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giovedì 28 Marzo 2024
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Triggiano, 50 euro per un voto: perquisizioni a casa del sindaco

Nella mattina, oltre 50 Carabinieri del Comando Provinciale di Bari sono impegnati in decine di perquisizioni domiciliari, su mandato della Procura della Repubblica, al termine di un’indagine che ha consentito di smascherare lo scellerato accordo posto in essere, in occasione delle consultazioni elettorali recentemente tenutesi a Triggiano, per indirizzare il voto di numerosi elettori, in cambio di denaro.

Tra le persone sottoposte a perquisizione domiciliare, il sindaco neoeletto di Triggiano, Antonio Donatelli, i consiglieri comunali Angela Napoletano e Antonio Fortunato, nonché Alessandro Cataldo, ritenuto, dagli inquirenti deus ex machina di un collaudato sistema per “comprare voti”, realizzato in occasione delle ultime elezioni.
Le indagini, condotte dai Carabinieri del nucleo investigativo e della sezione di polizia giudiziaria di Bari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bari, sono iniziate allorquando i Pubblici Ministeri sono venuti a conoscenza dell’esistenza di un meccanismo, che sarebbe stato architettato e realizzato nelle ultime campagne elettorali dal “creatore” del movimento politico “Sud al Centro”, in modo da canalizzare il voto, previo pagamento di denaro, di diversi elettori a favore dei candidati sostenuti. Il partito politico era stato già al centro di una precedente indagine, chiusa nel febbraio scorso, che aveva coinvolto 50 persone per corruzione elettorale a seguito delle elezioni amministrative del 2019, allorquando fu eletto al I Municipio di Bari, candidatosi con la stessa lista, Carlo De Giosa, ritenuto vicino all’assessora regionale ai Trasporti e Mobilità Sostenibile, Anna Maurodinoia (non indagata). 
L’attività investigativa è entrata nel vivo con l’approssimarsi delle elezioni amministrative tenutesi in cinque comuni dell’area metropolitana di Bari, tra il 3 e il 4 ottobre 2021. L’attenzione degli inquirenti si è concentrata su Triggiano, comune di residenza di Cataldo, ritenendo che quest’ultimo, così come aveva manifestato di spendersi alacremente per portare il sindaco uscente alla rielezione, potesse raggiungere l’obiettivo anche attraverso l’inquinamento del voto, ovvero adottando quel sistema di corruzione elettorale di cui Magistratura e Carabinieri avevano già “sentito parlare”. In effetti, le indagini hanno permesso di documentare come si fosse attivata una rete di “gregari” per individuare e contattare cittadini triggianesi disposti a tributare il loro voto al candidato sostenuto in cambio di € 50,00 pro-voto. 
Preziosissimo è stato quanto rinvenuto dai Carabinieri la sera del 6 ottobre in un cassone stradale di raccolta indifferenziata, collocato in un piazzale buio ed isolato a San Giorgio, laddove i fidati collaboratori di Cataldo si erano fugacemente e clandestinamente proposti di disfarsi, come puntualmente riscontrato, di materiale ritenuto “scomodo” perché riveniente dalle attività legate all’appena conclusa campagna elettorale, quali frammenti di fotocopie relative a documenti d’identità e codici fiscali di cittadini triggianesi, manoscritti parimenti riportanti il nome di persone e i loro recapiti, documentazione personale di Sandro Cataldo e di Anna Maurodinoia, un consistente numero di cartelloni, fac-simile di schede e volantini di propaganda elettorale inerente alle consultazioni amministrative appena svoltesi nel comune di Triggiano e afferente i candidati della Liste “Triggiano al Centro” e “CON Donatelli Sindaco”.

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