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giovedì 18 Aprile 2024
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Strage di Bologna, Emiliano: «Il 2 agosto data scolpita nella memoria»

«Ognuno di noi, almeno chi ha l’età sufficiente, ricorda perfettamente dov’era quando seppe della notizia. Da allora mi sono sempre chiesto se sia possibile che fatti di quella gravità possano accadere solo per decisione di una organizzazione criminale. O se per commettere cose così, serva qualche altra cosa. Ed è la stessa cosa che ho pensato il 19 luglio o il 23 maggio. Tutte date scolpite nella nostra memoria e che ci riempiono di angoscia, perché ci rendiamo conto che la lotta tra il bene e il male non trascura nessun luogo. Non ci sono luoghi dove questa lotta non sia necessaria». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, intervenuto questa mattina alla commemorazione delle vittime della strage neofascista alla stazione di Bologna del 2 agosto del 1980, in cui persero la vita 85 persone, tra cui 7 cittadini baresi (Sonia Burri, Francesco Cesare Diomede Fresa, Vito Diomede Fresa, Errica Frigerio, Patrizia Messineo, Silvana Serravalli e Giuseppe Patruno).

«Spesso l’umanità si illude – ha proseguito il presidente della Regione – che ci siano dei luoghi sterili, dove si può fare a meno di stare attenti, di essere in guardia. Ma alla luce di una lunga vita istituzionale, vi dico che non ci sono luoghi sterili e che questa vigilanza deve essere altissima, sempre e comunque. Il fatto che noi ricordiamo questo evento con tanta importanza non è solo per il numero delle vittime o per il fatto che le vittime che ricordiamo oggi appartengono alla nostra comunità e le sentiamo particolarmente vicine. Ma serve a mantenere alta quella vigilanza e a ricordare a ognuno di noi che in ogni momento può trovare al suo fianco, ed è capitato anche a me nella mia vita istituzionale, la persona sbagliata, e devi provare a evitare che si comporti violando la Costituzione e le leggi», ha aggiunto Emiliano.

«Non è semplice, per questo ringrazio e saluto tutte le persone che hanno dedicato la loro vita a far rispettare la legge. Noi insistiamo e non molleremo mai. Quelle lapidi – ha concluso il presidente della Regione – non servono a far più bello il comune, ma a giurare di nuovo sulla Costituzione che non faremo mai un passo indietro e chiunque si permetta di toccare la libertà repubblicana avrà a che fare con lo Stato, con le leggi e con la nostra capacità di reagire. Sempre e comunque».

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