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mercoledì 24 Aprile 2024
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Più “capi” under 35 alla guida delle imprese. Il Sud è avanti al Nord

In proporzione le aziende guidate da under 35 sono più al Sud che al Nord con la Campania che conquista il primo posto tra le regioni con l’11,3% del totale. La Puglia, con il 9,9%, si colloca al quarto posto, superata da Calabria (11%) e Sicilia (10,1%). Al di là delle differenze di pochi decimi percentuali, è un dato di speranza quello che emerge dai dati di Unioncamere. A livello nazionale continua a prevalere quello che è definito come “nanismo imprenditoriale”. La struttura delle società italiane continua a rimanere fragile e caratterizzata da molte aziende di piccolissime dimensioni. Un dato che, intrecciato con quello precedente, dimostra come le società guidate da giovani siano in realtà anche quelle più piccole: quasi nella totalità dei casi, il 98,3%, non superano i dieci addetti.

Unioncamere ha realizzato anche una analisi sulle tipologie di imprese, scoprendo che quelle giovanili operano soprattutto nei servizi (il 32,1%), seguito dal commercio (23,6%) e dalle costruzioni (15,3%). Poco meno di un’impresa su dieci si dedica all’agricoltura (9,7%), il 9,2% al turismo mentre solo il 5,7% è industriale.

Il Pil di Puglia e Basilicata è superiore a quello pre-Covid

L’incremento di giovani che hanno preso in mano le redini delle aziende non è l’unico dato positivo che registra l’economia del Mezzogiorno. Stando ai dati diffusi da Eurostat, infatti, la Puglia e la Basilicata sono tra le quattro Regioni, oltre la provincia di Trento, in cui il Pil 2021 ha superato quello antecedente la pandemia (a loro si aggiungono Lombardia ed Emilia Romagna). Un ulteriore segnale positivo, dunque, soprattutto se raffrontato al comportamento delle altre aree europee. A raggiungere questo importante e significativo risultato, infatti, sono state solo 79 su 496 prese in considerazione. Colpisce, inoltre, che mentre per la provincia autonoma di Trento e la Lombardia questo dato coincidi con quella del reddito pro-capite, che supera ampiamente in entrambi i casi il 120%, non è così per le due regioni di meridionali. A dimostrazione che l’economia è instradata verso la crescita ma che il terreno da recuperare rispetto alle altre regioni italiane è ancora notevole.

Aumenta la richiesta di dipendenti laureati

Lo scorso anno è cresciuta la domanda di personale laureato da parte delle imprese ma quasi in un caso su due la ricerca risulta complicata. Come mostra il bollettino annuale 2022 del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, nel 2022 la domanda di laureati ha superato le 780mila unità, arrivando a rappresentare il 15,1% del totale dei contratti che le imprese intendevano stipulare, in aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al 2021. Il 47% di questi profili, però, risulta difficile da trovare, richiedendo alle imprese una ricerca che può impegnare anche 4-5 mesi. La difficoltà di trovare laureati da parte delle imprese è persino superiore al già elevato dato medio riferito a tutte le entrate programmate. Infatti, a fronte di una crescita significativa delle entrate previste nel 2022 (5,2 milioni, in aumento dell’11,6% rispetto al 2021 e del 12,2% rispetto all’anno prima della pandemia), il mismatch ha superato la quota del 40% delle entrate complessive, oltre 8 punti percentuali in più rispetto allo scorso anno e 14 punti percentuali in più rispetto al 2019. In termini assoluti, questo si traduce in quasi due milioni di assunzioni nel 2022 per le quali le imprese hanno riscontrato difficoltà, circa 600mila in più rispetto all’anno scorso, ma quasi il doppio (1milione) di quanto evidenziato prima della pandemia.

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