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domenica 15 Settembre 2024
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È morto Silvio Berlusconi: il leader di Forza Italia scomparso a 86 anni

Silvio Berlusconi è morto stamattina all’ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverato da quattro giorni a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute.

A riferirlo sono state fonti familiari. Il fratello Paolo e i figli Eleonora, Barbara, Marina e Pier Silvio si sono recati in ospedale. Tutti erano arrivati nel giro di pochi minuti.

Berlusconi è stato per quasi trent’anni il leader indiscusso dei moderati, degli italiani ai quali proponeva ipnoticamente più benessere e meno tasse, il fondatore della politica dell’immagine, il leader di uno schieramento, quello di centrodestra, che prima di lui non c’era. Ma anche dominatore nel mondo del calcio con le coppe vinte dal suo Milan. Berlusconi è stato anche il demone della sinistra, il totem negativo di chi inorridiva per la commistione tra politica e aziende e non gli perdonava di governare controllando un impero mediatico che ha avuto un grande peso nella sua velocissima ascesa al governo.

Prima della “discesa in campo”, Berlusconi è un imprenditore di successo che, partito come giovane di belle speranze e, occasionalmente cantante sulle navi da crociera, aveva costruito quartieri residenziali a Milano, lanciato le tv private che hanno rotto il monopolio della Rai, comprato una squadra di calcio.

La campagna elettorale del ’94 vide il trionfo di un Berlusconi dominatore del mezzo televisivo (fece epoca la calza messa davanti alla telecamera per dare più sostanza all’immagine del viso e i rialzi nelle scarpe). La prima volta di Berlusconi al governo segnò l’apertura di una nuova epoca politica, in cui i rituali della prima Repubblica furono messi in soffitta.

Costretto all’opposizione, nella legislatura seguente cercò di uscire dall’angolo dicendo sì all’offerta dalemiana della bicamerale e al “patto della crostata” a casa Letta. Dopo i cinque anni del centrosinistra a Palazzo Chigi ecco il quinquennio berlusconiano (2001-2006), che si apre sulla spinta del “contratto con gli italiani” siglato a Porta a Porta. Mossa irrisa dagli avversari ma che probabilmente gli procurò i voti necessari per vincere: fu un lungo periodo (record di durata nella storia della Repubblica) in cui il Cavaliere dedicò gran parte delle energie a difendersi dalle accuse che gli arrivarono dalle procure, compresa quella di essere iscritto alla Loggia P2. Sono di quegli anni le leggi ad personam che vennero approvate dalla maggioranza per risolvere i crescenti guai giudiziari del Cavaliere: legge Cirami, legge Pecorella, legge Cirielli, lodo Schifani, lodo Alfano.

Nel 2011 la crisi del debito italiano portò a un nuovo addio anticipato da Palazzo Chigi: dopo i sorrisini ironici della Merkel e di Sarkozy l’arrivo di Monti con la regia del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fu una sconfitta cocente per colui che si vantava di avere ottimi rapporti con tutte le cancellerie. Per gli effetti della legge Severino l’ex premier decadde dalla carica di senatore nel 2013 per farvi ritorno 9 anni dopo. In tutti gli anni passati a guidare Forza Italia e il centrodestra Berlusconi è stato imputato in una sfilza di processi. Le condanne ci sono state, l’ultima, la più grave, per frode fiscale.

In un periodo in cui era già indebolito dalle polemiche e dalle inchieste sul caso Ruby e sulle cene di Arcore con le “olgettine” che avevano provocato la rottura con la moglie Veronica: i “vizi privati” del Cavaliere e il suo fiuto politico hanno accompagnato l’ultimo tratto della sua parabola, con una graduale perdita di leadership politica sempre più evidente nel periodo in cui, sul versante privato, è stato legato prima a Francesca Pascale ed ora alla deputata azzurra Marta Fascina.

Con l’avvento di una destra più sovranista Forza Italia ha iniziato a perdere pezzi e consenso politico. Il partito è ormai sotto le due cifre tenuto in piedi solo grazie alla leadership del suo fondatore. Il partito di Berlusconi ha viaggiato nel tempo con lo stesso intoccabile timoniere accompagnato da delfini mai divenuti adulti. Viaggiato negli anni, tanti, e nello spazio politico senza mai abiurare la sua collocazione europeista. Il Cavaliere non ha mollato mai fino alla fine, ha sconfitto malattie, superato operazioni al cuore e anche delusioni politiche. E c’era ancora lui a guidare la delegazione di Forza Italia al Quirinale dopo la vittoria del centrodestra che ha portato Giorgia Meloni a palazzo Chigi.

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