Home Ambiente e Sostenibilità Col nuovo catasto salasso del 32,9% «Alcune case sarebbero rivalutate»

Col nuovo catasto salasso del 32,9% «Alcune case sarebbero rivalutate»

Il 2026 potrebbe veder nascere il nuovo catasto. Il condizionale è d’obbligo, visto che la riforma è attesa da circa dieci anni, ma in molti sono già allarmati. Perché la revisione dei parametri che definisco la cosiddetta rendita catastale di un immobile potrebbe portare a un aumento delle relative tasse. Ci ha pensato l’Agenzia delle entrate a effettuare una prima proiezione, alla luce del valore che gli immobili potrebbero avere fra quattro anni. Emerge che a Bari l’aumento medio delle tasse potrebbe toccare quota 32,9 per cento. Un dato alto, ma comunque positivo rispetto ad altri Comuni italiani. Il capoluogo pugliese è infatti penultimo fra le 21 città esaminate dall’Agenzia delle entrate. Al primo posto della speciale classifica c’è Bolzano – qui l’Imu potrebbe crescere del 284 per cento rispetto alla situazione attuale – mentre all’ultimo c’è L’Aquila, dove l’aumento dovrebbe fermarsi al 26,6 per cento. Tanto basta per mettere in allerta milioni di cittadini italiani. Anche se Beppe Fragrasso, presidente di Ance Bari e Bat, spiega che la riforma al momento non è all’ordine del giorno.

«Fino alla fine di questa legislatura non cambierà nulla, sarà la prossima a doversene occupare – conferma – Naturalmente il nuovo catasto è essenziale, occorre mettere ordine nelle tabelle che sono ferme a 60 anni fa». Il risultato è che a Bari ci sono case in quartieri adesso considerati di pregio sulle quali la rendita catastale è bassissima, e altre che nel frattempo si sono svalutate ma sulle quali la tassazione continua a essere elevata. «I parametri ormai sono cambiati – prosegue il presidente – Il nuovo catasto servirà a riequilibrare la situazione. Perché comporterà la rivalutazione di alcuni immobili, sui quali le tasse inevitabilmente cresceranno, e la svalutazione di altri».
Attualmente la rendita catastale rappresenta circa un terzo del valore di mercato. Ed è proprio su quel terzo che vengono calcolate tasse come l’Imu e la Tari, così come quelle applicate durante le compravendite. «È inevitabile che ci siano differenze, chi 60 anni fa ha acquistato in zone di piena campagna e adesso si ritrova a vivere in quartieri residenziali subirà una rivalutazione», conclude.

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