Home Ambiente e Sostenibilità Donatella Rettore e Ditonellapiaga: «Siamo inseparabili»

Donatella Rettore e Ditonellapiaga: «Siamo inseparabili»

Divertenti e spumeggianti, le abbiamo viste sul palco dell’Ariston intrattenere i presenti e sicuramente il pubblico da casa. La prima è una leggenda vivente e si chiama Rettore, l’altra è una nuova scoperta romana di soli venticinque anni con all’attivo un album di freschissima uscita. Nata dalla penna di Ditonellapiaga, “Chimica” è ispirata proprio a Donatella Rettore (fra le sue icone di riferimento) e rivista insieme solo in un secondo momento. Dalle atmosfere che strizzano l’occhio alla disco degli anni ’80, il brano è scatenato e rivela la profonda sintonia nata fra le due artiste di generazioni diverse ma con in comune la stessa irriverenza.

Quando è nata la vostra collaborazione?
«A ottobre. Devo dire che ci siamo proprio trovate, sono sicura che non finirà più».
Il vostro brano sta andando molto bene. Cosa succederà dopo il festival?
«Sicuramente lo porteremo in giro dal vivo. Siamo diventate ottime amiche, non possiamo stare distanti».
Siamo arrivati al venerdì delle cover, stasera canterete “Nessuno mi può giudicare” di Caterina Caselli. Da cosa deriva questa scelta?
«È una canzone che racconta benissimo il nostro pezzo: con quello che cantiamo non vogliamo essere giudicate, nessuno può farlo a parte Caterina».
Qual è il brano di Sanremo al quale siete più affezionate?
«“Salirò” di Daniele Silvestri, ma anche “Pietre” di Antoine».
In questo periodo state sicuramente imparando a conoscervi meglio. Che termine usereste per descrivere l’altra?
«Sensibilità e mentalmente aperta e molto giudiziosa».
In che modo giudiziosa?
«Abbiamo un approccio completamente diverso: Donatella è punk, io razionalizzo di più. Ogni tanto metto il piede nel vuoto, e Ditonellapiaga mi prende e mi dice di stare attenta».
Rettore, ha partecipato alla precedente edizione come ospite nella serata dei duetti. La situazione era molto diversa e il teatro vuoto. Come è stato ritrovare il pubblico?
«Emozionante. Devo dire però che non avere il pubblico in sala ti permette sicuramente di concentrarti di più sulla performance».
Ditonellapiaga, che racconti ha sentito dalla sua collega in merito alla storia del festival?
«Mi ha raccontato che prima era diverso, c’era più competizione e meno unità. Adesso con gli altri artisti viviamo le stesse situazioni, condividiamo momenti e spesso cantiamo insieme».

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