Home Attualità Foggia, Marilisa Magno in silenzio stampa. Ma tutti gli altri parlano

Foggia, Marilisa Magno in silenzio stampa. Ma tutti gli altri parlano

Far passare in «cavalleria», l’imbarazzante episodio che ha visto come protagonista la commissaria prefettizia del comune di Foggia, Marilisa Magno, negatasi ai taccuini dei giornalisti, sarebbe grave. Un’indisponibilità, che si allarga anche nei confronti dei cittadini, associazioni di categorie, associazioni in genere e rappresentanze sindacali.

Proprio nei giorni scorsi, da queste colonne, il presidente di Confcommercio, Damiano Gelsomino, diceva di aver richiesto un incontro alla Commissaria per affrontare la questione dell’aumento delle tariffe dei parcheggi, e che non erano mai stati convocati.
«Lo Stato, assumendo su di sé l’amministrazione del Comune di Foggia, sostituendo con suoi alti funzionari gli organi eletti democraticamente dai cittadini- sostiene Franco Arcuri responsabile dello sportello “Legalità” di Confesercenti Foggia- corre il rischio di perdere credibilità e autorevolezza qualora, al termine della gestione commissariale si riscontrassero risultati non soddisfacenti per il decoro urbano e il vivere civile. È più che comprensibile che chi sia chiamato a governare un Comune sciolto per mafia si muova con particolare attenzione anche nell’incontrare soggetti espressione della società civile, quando è la stessa società civile dalla quale sono scaturite le componenti ritenute inquinate».
«Ma è altrettanto certo, che non tutta la società civile è inquinata e sicuramente lo è di meno quella che dalla criminalità ha subito solo danni, come i consumatori, i lavoratori e gli imprenditori. Un elemento essenziale nella gestione della cosa pubblica è dato dalla trasparenza degli atti; trasparenza la quale non è data solo dalla loro pubblicazione ma dalla spiegazione della ratio che ne ha costituito il fondamento e degli obiettivi che si vogliono conseguire», evidenzia Arcuri. «Nello specifico, un conto è l’attività di ordinaria amministrazione – conclude Arcuri – e altro sono gli atti che impegnano anche finanziariamente i cittadini per un tempo superiore a quello del commissariamento: come per la sosta tariffata che comporta analisi e valutazioni di vario genere, incidendo anche sull’economia e sui piani di sviluppo del territorio».
Anche la parte politica auspica una maggiore condivisione della commissaria con la città. «Confesso che personalmente con i commissari, Magno e Giangrande in primis ho sempre avuto rapporti molto cordiali- ci dice l’europarlamentare pentastella Furore- e qualsiasi cosa abbia loro sollecitato ho avuto ampio riscontro. Sicuramente, però, un’apertura maggiore alla città è cosa auspicabile anche in termini comunicativi, soprattutto per spiegare alcune scelte fatte che talvolta possono apparire impopolari sia pure necessarie».
Più incisivo e duro l’on. Giorgio Lo Vecchio: «Creare un muro fra istituzioni e cittadini è soltanto controproducente: proprio per questo motivo credo che la commissaria prefettizia di Foggia farebbe meglio a essere più collaborativa con gli organi di stampa, che rappresentano un tramite indispensabile fra istituzioni e cittadini, ma anche con gli addetti ai lavori, i dipendenti dell’amministrazione e chiunque inoltri istanze a Palazzo di Città, perché se lo fanno il motivo è soltanto uno: hanno bisogno di risposte, che spesso non coincidono soltanto con gli atti scritti. Comprendo che la dottoressa Magno abbia un onere non indifferente- conclude l’onorevole dell’M5S – ma so bene che è una persona molto intelligente e non ha bisogno di creare muri per poter ottenere i migliori risultati della sua attività».

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