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domenica 8 Settembre 2024
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Grano dal Canada nel porto di Bari, blitz degli agricoltori: «Basta speculazioni, proteggiamo il Made in Italy»

“Stop al grano canadese al glifosate”, “No grano no pasta”, “Stop speculazioni”, “Sos grano made in Italy”, “Prezzi pasta +14% ma grano giù del 40%”: sono alcuni degli striscioni esposti dai contadini pugliesi che, in centinaia, stanno partecipando al blitz organizzato da Coldiretti Puglia dinanzi a “Varco Vittoria”, all’uscita dal porto di Bari dei tir carichi di grano provenienti dal Canada.

Sotto accusa, spiegano da Coldiretti Puglia, «le manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano duro dal Canada cresciute nei primi due mesi del 2023 del +747%, passando da 33,8 milioni di chili dello scorso anno ai 286,2 milioni attuali». In Canada, precisa la Coldiretti, il grano «viene coltivato utilizzando glifosate in preraccolta come disseccante, secondo modalità vietate in Italia».

E proprio quando sta per partire la raccolta del grano in Puglia, «è necessario adeguare da subito – sottolinea la Coldiretti regionale – le quotazioni del grano duro per sostenere la produzione in un momento difficile per l’economia e l’occupazione. Non è accettabile che di fronte all’aumento del 14% del prezzo della pasta al consumo rilevato dall’Istat a maggio, il grano duro nazionale necessario per produrla venga invece sottopagato agli agricoltori».

La pasta, dice ancora l’organizzazione degli agricoltori pugliesi, «è ottenuta direttamente dalla lavorazione del grano con l’aggiunta della sola acqua è non trovano dunque alcuna giustificazione le divergenze registrate nelle quotazioni, con la forbice dei prezzi che si allarga e mette a rischio i bilanci dei consumatori e quelli degli agricoltori. Una distorsione che appare chiara anche dall’andamento dei prezzi medi al consumo che secondo l’Osservatorio del Ministero del Made in Italy variano per la pasta da 1,50 a 2,3 euro al chilo, mentre le quotazioni del grano sono in caduta libera». Si tratta, per Coldiretti Puglia, di «una anomalia di mercato sulla quale è bene fare chiarezza anche sulla base della nuova normativa sulle pratiche sleali a tutela delle 90mila aziende».

La domanda di grano 100% Made in Italy «si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell’ultimo decennio – denuncia Coldiretti Puglia – hanno portato alla scomparsa di un campo su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente».

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