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martedì 1 Ottobre 2024
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Ospedali in tilt, per il caldo tornano le ambulanze in coda. La Regione: “Anziani e fragili curateli a casa”

Monitorare costantemente le condizioni di salute delle persone, curarle a casa finché possibile, evitare il sovraffollamento dei pronto soccorso: la Regione aggiorna le disposizioni per la gestione di anziani e fragili, soggetti più esposti al rischio di malori legati al caldo-record di questi giorni. Una scelta inevitabile dopo il boom di chiamate al 118 e di accessi al pronto soccorso registrato nel corso del fine settimana appena concluso.
La Regione individua come soggetti a rischio innanzitutto gli anziani, a cominciare dagli over 75 magari in condizione di solitudine o colpiti da malattie croniche e invalidanti, ma anche i bambini fino a quattro anni, i diabetici, gli ipertesi, le persone affette da malattie venose o renali e quelle non autosufficienti, senza dimenticare chi è esposto a trattamenti farmacologici. Per queste categorie la Regione sollecita la verificate delle norme comportamentali e del corretto uso della terapia, l’attivazione dell’assistenza domiciliare integrata, dell’assistenza domiciliare integrata medica e dei supporti infermieristici e assistenziali-sociali garantiti da Distretti sociosanitari e Comuni. Insomma, tutto ciò che si può fare per evitare di coinvolgere le Centrali operative e di ingolfare i pronto soccorso in una fase in cui, complici le ferie, il personale ospedaliero è ridotto all’osso.
I destinatari di queste raccomandazioni sono gli operatori sanitari e le persone più a contatto con gli anziani, cioè medici di famiglia, infermieri delle case di riposo e delle residenze sanitarie, assistenti sociali dei Distretti sanitari, Più in generale, però, gli effetti dell’ondata di calore in atto e l’insufficienza del personale ospedaliero in servizio impongono la collaborazione di diversi soggetti istituzionali. E a ribadirlo è proprio la Regione: «In questo particolare percorso assistenziale – fanno sapere i vertici dell’amministrazione pugliese – si rende indispensabile la collaborazione tra Asl, Comuni e medici di famiglia, in raccordo con associazioni di volontariato, enti di promozione sociale, Protezione civile e gruppi organizzati dell’ambito territoriale di riferimento. Questi soggetti, essendo in un contatto di vicinanza e di prossimità con le persone, sono in grado di conoscere e di monitorare i bisogni dei più fragili».
In questa prospettiva la Regione definisce cinque linee-guida: azioni dei Distretti e dei medici di medicina generale, azioni dei Servizi sociali e dei Comuni, azioni dei servizi ospedalieri e del sistema dell’emergenza-urgenza, adempimenti delle Asl e, infine, adempimenti delle strutture socio-sanitarie.
Sebbene 118 e ospedali siano sotto pressione a causa dell’ondata di calore in corso, la Regione non appare preoccupata. «La macchina dell’emergenza, sebbene sotto forte stress da super-lavoro, sta rispondendo bene al disagio provocato dalle ondate di calore – fa sapere Vito Montanaro, capo del Dipartimento per la promozione della salute – Avere iniziato già dai primi giorni di giugno a organizzare la risposta all’emergenza estiva, insieme alle direzioni strategiche aziendali, sta dando i frutti attesi». A Montanaro fa eco Rocco Palese, assessore regionale alla Salute: «La Puglia ha già dimostrato grandi capacità assistenziali nel periodo di emergenza legato al Covid e sono convinto che saprà fare altrettanto in questa occasione. La collaborazione di Comuni, Protezione civile e assistenza territoriale potrà essere determinante in vista della riduzione del ricorso all’assistenza ospedaliera».
In campo c’è anche la Protezione civile, dunque, capitanata da Nicola Lopane: «Il sistema regionale, con le proprie associazioni di volontariato è già all’opera, dove richiesto, per supportare le amministrazione locali. Con l’obiettivo di ridurre il carico di accessi alle strutture sanitarie locali, il Dipartimento della Protezione civile e della gestione emergenze ha chiesto ai sindaci di valutare l’eventuale attivazione dei Centri operativi comunali per la gestione dell’emergenza caldo».

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