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domenica 6 Ottobre 2024
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«Sanità ed edilizia, lì cresce l’illecito»: il presidente del Centro studi Antiriciclaggio in commissione regionale antimafia

«Su 8 mila operazioni sospette, segnalate nel 2021 da professionisti e istituti di credito, registriamo appena una cinquantina di procedimenti penali per riciclaggio e autoriciclaggio. Mi chiedo: si fanno tanto per farle?». Ad accendere un faro su possibili infiltrazioni criminali nel tessuto produttivo e sui rischi di accordi corruttivi nella gestione dei fondi Pnrr è il professor Emanuele Fisicaro, presidente del Centro Studi Europeo Antiriciclaggio & Compliance Pietro Vigna.

Il contenuto delle sue relazioni sarà oggetto lunedì prossimo di un’audizione in commissione regionale antimafia, su richiesta del presidente Renato Perrini, «Credo – ha detto Perrini – che in questo caso il lavoro sinergico può davvero costituire un argine al malaffare che non crea sviluppo per tutti, ma ricchezza illecita per pochi»..

Professore, i numeri, letti isolati, ci dicono poco.

«Certo, ecco perché li abbiamo analizzati incrociando due profili che solitamente procedono in parallelo: l’antiriciclaggio e l’anticorruzione».

Ci spieghi.

«Partiamo dal dato delle 8 mila segnalazioni di operazioni sospette. Prese così sono inutili, ma se esaminiamo i tre settori ai quali si riconducono assumono uno spessore diverso».

Quali?

«La sanità, soprattutto, dove si può lavorare senza vincere un concorso pubblico, e dove basta aderire a una cooperativa dove vengono assunti per pulire i pavimenti e si ritrovano poi in settori amministrativi. La gran parte delle società dove abbiamo rilevato anomalie rientrano nella macroarea della sanità».

Quali anomalie?

«Il cambiamento dei codici Ateco e di titolarità, sono stati circa 1.700. E questo accade ogni volta che la società deve avere finanziamenti pubblici, come nel caso del Pnrr, sul quale è importante vigilare. Spesso si tratta di società costituite un anno prima, con amministratori 18enni o ultrasettantenni, con sede legale diversa da quella operativa e Durc non in regola».

È campanello d’allarme?

«Certo, sono tutti aspetti che la banca valuta quando prende in considerazione operazioni superiori ai 15 mila euro e deve fare una classificazione di rischio. Titolare effettivo è colui che è responsabile o titolare dell’azienda o perché ha più del 25 per cento delle quote. Per cui, se si creano società cartiere che devono fare fatture per operazioni inesistenti, c’è la possibilità che si metta una “testa di legno”, che se viene scoperto non va in carcere».

Torniamo alla sanità.

«Il campo dove si consumano maggiori operazioni sospette. Lo sa cosa accade? Che molto spesso il direttore generale è uno politicamente esposto, quindi inattaccabile. Sono però quelli che gli stanno intorno che guidano gli appalti, insomma fanno come gli pare».

Ci sono altri settori più esposti?

«Chiaramente quello dei giochi on line e quello dell’edilizia».

Lo dicevamo prima.

«Nel 2021 il comparto edilizio, con i bonus edilizi del 110 per cento, ha fatto registrare un boom di nuove società (il 56,4 per cento) e un insolito aumento di cambi di titolare: il 6 per cento contro una media nazionale dell’1,3».

Cosa si può fare?

«Intanto quello che abbiamo fatto noi, facendo incontrare i due parametri sentinella: abbiamo incrociato i dati dell’antiriciclaggio con quelli dell’anticorruzione, declinando i numeri con il Cerved».

E poi?

«Chiedersi come mai una così grossa mole di segnalazioni partorisca un numero così esiguo di procedimenti per riciclaggio e antiriciclaggio. Ci sembra assurdo che professionisti e banche le facciano tanto per farle».

Il suo allarme, però, ha suscitato l’attenzione della commissione antimafia del Consiglio regionale.

«Ringrazio il presidente Perrini per aver dimostrato una grande sensibilità. Quando ho pubblicato quei dati, lui li ha immediatamente rilevati e condivisi».

Un consiglio per amministrazioni e inquirenti?

«Uno sguardo molto attento al Pnrr, che con i suoi contributi porta in una direzione di illiceità se non si interviene rapidamente. Lì dove ci sono gli appalti ci può essere corruzione e concussione».

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