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venerdì 27 Settembre 2024
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Un conto corrente “pesa” il 7% in più: costi in rialzo soprattutto negli istituti solo online

L’inflazione non ha risparmiato i prezzi bancari e, in particolare, i conti correnti. Secondo una indagine realizzata dall’Osservatorio ConfrontaConti.it e SOStariffe.it, le banche avrebbero aumentato i costi fissi e le commissioni applicate alle operazioni legate ai conti, fino a raggiungere un incremento su base annua del 7%. Paradossalmente rispetto agli ultimi anni, a subire maggiori rincari sarebbero stati i clienti degli istituti online, senza o con poche sedi fisiche. La gestione telematica, infatti, ha registrato un picco del 26% nei costi, pur garantendo ancora un risparmio per gli utenti che si attesta sui 129 euro all’anno rispetto a quella tradizionale. Lo studio mette a confronto l’evoluzione del settore negli ultimi dodici mesi, in particolare da febbraio 2022 ad oggi. La tendenza, però, non è lineare e non coinvolge tutti i servizi. «L’aumento più evidente – si legge nel report – riguarda il canone annuo che registra un rincaro del +5% per le banche tradizionale e del +8% per le banche online. Diventano sempre più rari i conti a zero spese. La possibilità di azzerare il canone viene messa a disposizione, in molti casi, solo rispettando determinate condizioni, ad esempio per i clienti Under 30».

È aumentato il costo delle operazioni allo sportello

Si registra un aumento generalizzato delle commissioni per le operazioni “in presenza” all’interno dell’istituto. «Rispetto allo scorso anno – si legge sempre nell’indagine – si registrano rincari per i movimenti, per il prelievo, per i versamenti ed anche per i bonifici allo sportello. Aumenti anche per il costo singolo degli assegni. In generale, quindi, effettuare operazioni allo sportello, anche per i correntisti che hanno scelto una banca che opera prevalentemente online, comporta una spesa maggiore rispetto al 2022».
Per quanto riguarda le carte di pagamento, invece, i costi sono rimasti sostanzialmente stabili.

Su il costo dell’home banking nelle banche tradizionali

Aumenti marginali hanno riguardato il canone annuo della carta di credito (+2,7% per le banche tradizionali e -2,88% per le banche online) mentre quella di debito è quasi sempre gratuita (tra le banche che la propongono a pagamento si registra, inoltre, un calo del -20% del costo). Aumentano, seppur di poco, anche i costi dei prelievi allo sportello per le banche tradizionali, mentre scendono quelli delle “virtuali”. Mentre il prelievo dall’Atm della propria banca è sempre senza commissioni, infatti, quello in un altro istituto comporta una commissione media di 1,24 euro per le banche online e di 1,98 euro per quelle tradizionali con possibilità, in molti casi, di azzerare completamente il costo superando un importo minimo per l’operazione fissato dalle condizioni contrattuali della banca. Il dato più significativo, però, riguarda i costi di utilizzo dell’home banking per chi ha un conto in un istituto tradizionale: in questi casi l’aumento più considerevole dei costi, infatti, riguarda proprio l’utilizzo online. «Comporta – si legge nell’indagine – una spesa media superiore del 5% con valore complessivo di 116 euro. Si tratta, in ogni caso, della modalità di utilizzo più economica in quanto un uso misto comporta una spesa di 152 euro (+7%) e un utilizzo “No Internet” prevede una spesa di 193 euro all’anno (+5%)». Un dato, però, che non può passare inosservato nell’epoca della digitalizzazione.

Le coppie pagano di più

Un altro elemento interessante evidenziato dall’indagine condotta dall’Osservatorio riguarda i costi per tipologia di clienti. Il single è toccato solo marginalmente dai rincari (la spesa media in caso di utilizzo solo online registra un calo pari al -1%). Per la coppia che sceglie un conto tradizionale, invece, gli aumenti sono più significativi con rincari che vanno dal +7% al +9% in base alla modalità di utilizzo scelta del conto. L’aumento maggiore arriva per la famiglia che sceglie un conto tradizionale con utilizzo misto. In questo caso, infatti, la spesa aumenta del +11%. Con buona pace delle politiche di sostegno ai nuclei e contro la denatalità.

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