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sabato 27 Luglio 2024
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«Vietato dire Natale»: le indicazioni della Commissione Europea dividono l’opinione pubblica

Un invito a non parlare più di festività natalizie, evitando «di dare per scontato che tutti siano cristiani». Questa, tra le altre, l’indicazione contenuta nel documento per una «corretta comunicazione» fornito dalla Commissione Europea e intitolato ‘Union of Equality’.

«Ogni persona in Ue ha il diritto di essere trattato in maniera eguale», senza riferimenti di «genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale». Così – scrive Bruxelles nelle sue nuove linee guida – devono sparire ‘Miss o Mrs’ (signorine e signore) sostituite da un più generico ‘Ms’. Non solo, però. Le linee guida contengono diversi capitoli in cui il trattamento egualitario della persona, secondo l’esecutivo Ue, va preso in considerazione. Nel decalogo della commissione ci sono alcune raccomandazioni da usare sempre, come ad esempio non usare nomi o pronomi che siano legati al genere del soggetto; mantenere un equilibrio tra generi nell’organizzazione di ogni panel; se si utilizza un contenuto audiovisivo o testimonianze, assicurarsi la diversità sia rappresentata in ogni suo aspetto; non rivolgersi alla platea con le parole ‘ladies’ o ‘gentleman’ ma utilizzare un generico ‘dear colleagues’; quando si parla di transessuali identificarli secondo la loro indicazione; non usare la parola ‘the elderly’ (gli anziani) ma ‘older people’ (la popolazione più adulta, ndr); parlare di persone con disabilità con riferimento prioritario alla persona (ad esempio al posto di ‘Mario Rossi è disabile’ va utilizzato ‘Mario Rossi ha una disabilità’).
Ma a destare più scalpore sono i riferimenti a una «corretta» comunicazione in merito alle religioni. Ad esempio nel testo si consiglia, in qualsiasi contenuto comunicativo, di «non usare nomi propri tipici di una specifica religione». Così, in merito alle festività, l’esecutivo europeo invita ad utilizzare le parole «le festività sono stressanti» anziché «Natale è stressante».
Non si è fatta attendere la replica della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che scrive su Twitter: «La Commissione Europea, tramite un documento interno, considera il Natale festività poco ‘inclusiva’. Nel bersaglio anche i nomi Maria e Giovanni. Il motivo? Potrebbero risultare ‘offensivi’ per i non cristiani. Ora basta: la nostra storia e la nostra identità non si cancellano».

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