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mercoledì 2 Ottobre 2024
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Basilicata, duro colpo al Clan Schettino

Si è concluso a Matera il processo a carico dei presunti componenti di un clan, ritenuto mafioso dalla Procura distrettuale di Potenza, con la condanna dell’ex carabiniere Gerardo Schettino alla pena di 25 anni e sei mesi reclusione.

Accusati di rapina a un supermercato, dell’incendio di un’azienda agricola, di un tentativo di omicidio per della droga non pagata e, nel 2018, di minacce al giornalista Filippo Mele, il quale aveva denunciato le infiltrazioni del clan nella zona jonica lucana.

Il Tribunale ha condannato a 26 anni e sei mesi di reclusione un altro imputato, Domenico Porcelli, e a 19 anni e sei mesi Nicola Lo Franco. Il Tribunale ha anche disposto, per Gerardo Schettino e altri sette imputati, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’interdizione legale per la durata della pena e, per tutti i condannati, la libertà vigilata per tre anni dopo aver scontato la pena.

In un altro processo analogo che si è concluso nelle scorse ore, il figlio di Schettino, Giuseppe, è stato condannato alla pena di 20 anni e sei mesi reclusione. Per altri imputati il Tribunale ha deciso condanne da 17 anni e sei mesi a 12 anni di reclusione.

Soddisfatto il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi. «È una sentenza storica. Lo Stato c’è – afferma -, è presente, vigile, attento ed efficace, tutti i giorni, per contrastare sul territorio lucano i fenomeni di infiltrazione e sviluppo delle attività criminali di stampo mafioso. Con un occhio di riguardo alle aree dove il fenomeno rischia di radicarsi territorialmente, intrecciandosi con gruppi malavitosi presenti nelle contigue e confinanti regioni, creando forti disagi alla vita dei cittadini e alle attività economiche e imprenditoriali. Esprimo perciò un grande ringraziamento all’azione della magistratura, delle forze di polizia giudiziaria e delle forze dell’ordine che hanno determinato questo esemplare risultato. Non dobbiamo abbassare la guardia. La Regione è, con determinazione, in prima linea – conclude – impegnata a collaborare con tutte le forze istituzionali, sociali, economiche, associazionistiche, nella lotta quotidiana contro la criminalità in Basilicata».

Guido Tortorelli

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