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Inchiesta sanità lucana: Piro risponde al gip. Il legale: «Atti corruttivi? No, solo raccomandazioni»

Francesco Piro ha risposto alle domande del gip di Potenza nell’interrogatorio di garanzia che si è tenuto questa mattina.

L’ex capogruppo di Forza Italia nel consiglio regionale della Basilicata è in carcere da venerdì scorso nell’ambito di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Potenza su induzione indebita, corruzione, tentata concussione e altri reati contro la pubblica amministrazione.

L’avvocato di Pira, Sergio Lapenna, all’uscito dal carcere ha parlato con i giornalisti confermando che ha chiesto al gip, Antonello Amodeo, l’attenuazione della misura cautelare della detenzione in carcere: «Se la nostra richiesta sarà accolta – ha spiegato Lapenna – non ricorreremo al Tribunale del riesame».

La decisione del gip, secondo Lapenna, arriverà entro mercoledì, dopo l’acquisizione del parere del pm, Vincenzo Montemurro, e della sentenza a carico di un accusatore di Piro.

Davanti al gip, Piro ha respinto le accuse e ha spiegato i suoi atti, definendo «solo raccomandazioni» quelli che nell’ordinanza di custodia cautelare sono considerati «atti corruttivi».

Secondo Lapenna, Piro «sta benissimo anche se è preoccupato per i suoi familiari». L’ex capogruppo di Forza Italia aveva fatto una «raccomandazione politica» a favore di un dirigente di Acquedotto Lucano che voleva essere promosso e non ha avuto un ruolo nel tentativo di allontanare dall’incarico l’allora direttore generale dell’azienda ospedaliera “San Carlo” di Potenza. Infine, lo stesso legale ha spiegato che, in un altro caso, una persona poi vicina al presidente della Regione Basilicata aveva chiesto a Piro una tangente per evitare una verifica fiscale.

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