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sabato 5 Ottobre 2024
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Denunciati due promotori del gruppo no-vax “guerrieri ViVi”. Perquisizioni anche a Matera – VIDEO

Due promotori del gruppo no-vax “guerrieri ViVi”, sono stati identificati e denunciati dagli agenti della Polizia di Stato al termine dell’attività investigativa che, un anno fa, aveva consentito di segnalare alle autorità 24 appartenenti al gruppo.

I canali social aperti dai due promotori sono in fase di oscuramento.

L’operazione, condotta dagli agenti della Polizia di Stato di Genova, ha portato ad alcune perquisizioni a Brescia, Verona e Matera, delegate dalla Dda della Procura di Genova a carico di tre persone, di cui due indiziate di essere promotrici del sodalizio nell’ambito di un procedimento per associazione segreta e per istigazione all’interruzione di un servizio di pubblica necessità.

Il Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Liguria ha identificato i capi dell’organizzazione dopo mesi di serrate indagini informatiche che hanno consentito di setacciare centinaia di chat su numerosi social e documenti postati in rete, scardinando l’anonimato che gli autori ritenevano di avere conseguito grazie all’utilizzo di reti VPN e del sistema di messaggistica Telegram.

L’attività di proselitismo e istigazione a delinquere del gruppo no-vax ha quotidianamente preso di mira rappresentanti istituzionali e appartenenti all’Ordine dei medici attraverso commenti “violenti”, postandoli in maniera coordinata e ripetitiva sui profili social delle vittime, soprattutto di chi esprimeva opinioni a favore dei vaccini, imbrattando con scritte in vernice rossa le sedi di alcune Asl, di hub vaccinali, ospedali, ordini dei medici, scuole, sedi di alcuni sindacati (recenti gli episodi che hanno riguardato la sede della Cgil di Bari) e testate giornalistiche.

Con la conclusione delle restrizioni legate alla pandemia, il gruppo no-vax, «dichiaratamente ossessionato da ogni presunta forma di controllo – sottolineano gli investigatori -, non ha interrotto la propria attività di proselitismo, si è orientato verso gli argomenti dei sistemi di pagamento e di identità digitale, dei cambiamenti climatici, del 5G, “attaccando” in rete, con lo stesso modus operandi, talvolta anche con minacce, chi esprimeva opinioni a favore dello sviluppo di tali tecnologie o tematiche».

Gli attacchi venivano coordinati su gruppi telegram creati ad hoc e sugli stessi gruppi venivano poi pubblicizzate le incursioni, con immagini o screenshot di quanto vandalizzato.

Create anche alcune sfide con cui i promotori invitavano gli adepti a compiere azioni illecite, come posizionare striscioni o adesivi ritraenti il logo del gruppo su sedi Istituzionali, in una sorta di gara che prevedeva un premio in bitcoin da assegnare all’autore dell’azione più eclatante.

Le perquisizioni eseguite dagli investigatori del Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Genova, in collaborazione con gli agenti delle Digos di Brescia, Verona e Matera, e il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, presso le residenze degli indagati, i loro luoghi di lavoro e un maneggio in provincia di Brescia presso cui si incontravano, hanno consentito agli investigatori di acquisire evidenze informatiche di conferma dell’attuale operatività dei “ViVi” e di ritirare cautelativamente sei armi comuni da sparo, nella disponibilità degli indagati, regolarmente denunciate. È in corso il sequestro preventivo dei loro mezzi di comunicazione e propaganda in rete, emesso dal gip del Tribunale di Genova.

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