Home Basilicata Eustachio Santochirico: «Il bilancio della Festa della Bruna è molto positivo»

Eustachio Santochirico: «Il bilancio della Festa della Bruna è molto positivo»

È sicuramente tra i protagonisti dell’edizione 2022 della Festa della Bruna, in onore della patrona Maria Santissima della Bruna. Il giovane artista materano, Eustachio Santochirico, è stato colui che ha realizzato il carro trionfale post pandemia, regalando una meravigliosa opera all’intera comunità. Per lui era il primo manufatto per “il giorno più lungo”, ma ha saputo superare brillantemente la prova, entrando nel cuore del popolo materano.

Terminata la 633esima edizione. Quale il bilancio?

«Il bilancio è molto positivo. È andato bene tutto ciò che ha riguardato la parte legata al carro. Faccio quindi riferimento alla costruzione, alla tenuta e allo strappo. Ho avuto modo di parlare anche con gli assaltatori e devo dire che comunque avevamo fatto in modo che il carro fosse abbastanza resistente perché c’erano tre lunghi anni di attesa.  Sono felice anche dal punto di vista dell’inclusione sociale con il coinvolgimento dei ragazzi diversamente abili con la sindrome di Down. Ho apprezzato anche la grande partecipazione attiva di molti cittadini e l’attenzione che abbiamo riservato al tema dell’impatto ambientale per l’utilizzo dei materiali».

Che ha provato durante l’assalto?

«Ci sono stati momenti particolari dovuti alla grande attesa per il rito dello “Strazzo” perché non c’era tanto spazio in piazza e, di conseguenza, mancavano le condizioni per far arrivare il manufatto al centro della piazza. Poi le sensazioni sono state bellissime. Quando ho visto il carro rompersi, ho avuto una sensazione liberatoria dal momento che non vedevo da tempo il famoso rito e speravo che il carro facesse il suo intero percorso. Sono contento anche di aver visto gli assaltatori prendere i pezzi, aiutare altri nell’impresa e poi incontrarli tutti in piazza della frutta».

A chi ha dedicato l’opera?

«Da subito l’opera è stata pensata e dedicata ai giovani che sono stati costretti ad andare via da Matera o dalla Basilicata per realizzare il percorso di studio o per trovare un posto di lavoro. QuinQuindi il carro era per coloro che non hanno avuto la possibilità di realizzare i sogni nella propria città. Grande attenzione è stata rivolta nel tempo anche ai bambini con l’iniziativa delle foglie dell’albero, ma anche con qualche elemento sul carro voluto per loro».

Dopo due anni, finalmente la festa, ritornata in un anno particolare con la scomparsa del Maestro Pentasuglia.

«Finalmente siamo tornati a vivere la nostra festa e questo è un dato estremamente positivo. Volevamo davvero dedicare un bel carro alla città. Rispetto al maestro, sono felice di aver partecipato ai tanti momenti a lui dedicati, dall’intitolazione della fabbrica alla presentazione del libro a cura di Ottavio Gurrado Porto nel cuore i complimenti dei familiari e degli amici che hanno detto di aver riconosciuto, in qualche modo, il suo stile con chiaramente delle contaminazioni innovative. Se dovessi avere ancora la possibilità di realizzare il manufatto, di certo avrò sempre un pensiero per lui».

Guido Tortorelli

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