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lunedì 7 Ottobre 2024
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Operazione Dda Potenza: tanti gli indagati “illustri” lucani

La giornata di ieri ha rappresentato una data storica per la comunità lucana che sicuramente sarà indelebile. Un terremoto ha scosso la politica locale con un’operazione di polizia giudiziaria condotta da Carabinieri e Polizia e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza. Due arresti (uno in carcere e uno ai domiciliari), due obblighi di dimora e un divieto di dimora: è questo il bilancio dell’operazione scattata all’alba. I delitti contestati riguardano l’induzione indebita, corruzione, tentata concussione ad altri reati contro la Pubblica Amministrazione. Le indagini sono durate circa due anni e si sono basate su intercettazioni, dichiarazioni rese ai magistrati e acquisizioni di documentazione.

Nella mattinata si è proceduto con perquisizioni, oltre ad emettere informazione di garanzia nei riguardi degli indagati. Tra questi anche nomi illustri come Vito Bardi, presidente della Giunta Regionale della Basilicata; Francesco Fanelli, già assessore alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali della Regione Basilicata, attualmente assessore alla Salute; Gianni Mastroianni, assessore del Comune di Lagonegro con deleghe alle attività produttive, commercio, artigianato, dissesto idrogeologico, forestazione, lavoro e formazione; Donatella Merra, assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Basilicata; Antonio Ferrara, dirigente del settore Amministrativo della Regione Basilicata e Segretario Generale della Giunta Regionale; Gianni Rosa, già assessore all’Ambiente della Regione e Basilicata e senatore eletto nelle ultime elezioni politiche.

Le perquisizioni, locali e di natura informatica, sono state effettuate in alcuni domicili, all’interno degli Uffici della Regione Basilicata e presso l’Amministrazione Comunale di Lagonegro.

«Voglio prima di tutto ribadire la mia disponibilità verso le forze dell’ordine e la magistratura cui darò la massima collaborazione per fare chiarezza», ha esordito il governatore.  Bardi ha voluto essere trasparente: «In particolare, mi viene contestato di aver promesso di favorire una persona per ottenere un trasferimento di sede, fattispecie rispetto alla quale mi ritengo del tutto estraneo. In un altro filone dell’indagine, che non mi riguarda assolutamente, si paventa il coinvolgimento della criminalità organizzata calabrese, su cui auspico venga immediatamente fatta la massima chiarezza – ha aggiunto -. Vengono poi contestate alcune delibere di Giunta con le quali avremmo tentato di influenzare l’allora Direttore generale del San Carlo. Sono atti di programmazione e di indirizzo sanitario, che non avevano alcun secondo fine. Infine, c’è la sofferta questione dei tamponi, che ripeto ancora una volta non ha sottratto alcunché ai cittadini lucani e ai quali sono stato sottoposto per ragioni sanitarie e non certo per favoritismo, nella convinzione della perfetta doverosità di tale prestazione», ha precisato il presidente.

Il massimo esponente della Giunta lucana ha affermato di voler andare avanti nel governo della Regione Basilicata. «Sono sereno, ho un lavoro da portare a termine, nell’esclusivo interesse dei lucani, soprattutto in un momento di crisi senza precedenti come quello che stiamo vivendo. Voglio infine sottolineare un fatto: la mia vita è sempre stata improntata alla legalità e al rispetto delle regole. È la mia storia personale», ha poi concluso.

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