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domenica 1 Settembre 2024
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Utilizzavano app bancarie per prosciugare i conti correnti: arrestati tre potentini

Utilizzavano le app bancarie per spillare danaro dai conti correnti altrui, tre lucani rispondono di “frodi informatiche e successivi riciclaggi”, con queste accuse la Procura della Repubblica di Salerno ha emesso decreto di esecuzione di 5 misure cautelari. A finire nei guai ci sarebbero anche due cittadini campani. Due arresti e tre obblighi di firma.

Le indagini, condotte dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Bologna, sono originate dalle denunce di alcune vittime che avevano riscontrato plurimi addebiti su propri conti corrente a seguito della ricezione di messaggi apparentemente provenienti dalle banche di appartenenza.

Le investigazioni avrebbero permesso di ricostruire la tecnica criminale utilizzata: segnatamente, in primo luogo, la vittima riceveva un sms contenente un link, il quale conduceva una pagina del tutto simile all’interfaccia grafica di accesso al servizio di home banking nella quale era richiesto l’inserimento delle proprie credenziali.

Completato tale passaggio, la vittima veniva poi ricontattata da un’utenza, anch’essa apparentemente riconducibile a quella realmente utilizzata dall’istituto di credito (cioè possibile attraverso chiamate generate dalla rete internet c.d. voip), e le veniva richiesto di fornire l’Otp (one time password) generato dall’applicazione istallata sul proprio telefono; fornito anche tale ulteriore dato, il frodato veniva invitato a disinstallare la propria applicazione, così consentendo ai truffatori il c.d. enrollement di un nuovo dispositivo, ovvero l’associazione dell’app al telefono nella disponibilità del reo.

A questo punto, ottenuto l’accesso all’Home Banking della vittima tramite i dati dalla stessa forniti e disponendo dell’applicazione della Banca, i malviventi procedevano ad effettuare i bonifici in uscita verso i propri conti corrente. Un sistema macchinoso, al punto giusto, ma tutto sommato smart per gli autori del crimine.

Una rete fittissima di maestranze, tutte pronte a recuperare credito a discapito di malcapitati, la mancanza di gravità indiziaria avrebbe fatto desistere la Procura di Salerno dal comminare altre misure nei confronti di undici persone. Raggirati e, il più delle volte, ignari, le vittime vedevano svuotarsi i conti correnti bancari senza fare alcuna uscita di cassa che dipendesse dalla loro volontà. Allo stato attuale, contro i provvedimenti cautelari sarà possibile fare ricorso al Tribunale del Riesame anche se il quadro indiziario appare grave e di difficile controprova per i cinque indagati.

Tra i danneggiati anche un famoso imprenditore che avrebbe, per primo, fiutato l’inghippo, facendo ricorso alla Polizia postale. L’imprenditore emiliano raccontò alla postale di aver ricevuto, nel marzo del 2021, un messaggio con l’intestazione della sua bancain cui veniva invitato a scaricare una nuova applicazione gratuita antispam. Poi risultata “farlocca”.

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