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Unità di Crisi Sanitaria di Basilicata: «Le parole dell’assessore Fanelli sono delle falsità colossali»

«Falsità colossali». È questo il commento dell’Unità di Crisi Sanitaria di Basilicata dopo le recenti parole rilasciate dall’assessore regionale, Francesco Fanelli, il quale ha annunciato di aver trovato un punto di incontro nella vertenza con la sanità privata.
«Mesi e mesi di promesse non mantenute, di soluzioni sempre e solo annunciate, ma mai realizzate: è in questo quadro che s’inseriscono le ultime dichiarazioni dell’assessore Fanelli, che ha strombazzato come un successo il fatto di aver stanziato risorse per i prossimi due anni per la sanità accreditata», ha dichiarato l’Unità di crisi sanitaria. Dunque, non si tratterebbe di un successo, ma dell’esatto contrario perché «non è cambiato assolutamente nulla di quello che è la disastrosa situazione attuale, ovvero di una sanità che funziona solo 10 giorni al mese». I diretti interessati hanno ribadito come le risorse che il governo regionale dice di aver stanziato siano esattamente le stesse dell’anno precedente, che si sono dimostrate largamente insufficienti e che hanno creato il disastro dello scorso anno, i cui effetti saranno ancora più gravi per l’anno in corso e quindi per quelli successivi. «Il cosiddetto recupero delle liste di attese è stato fatto sulle spalle di aziende e lavoratori che attendono ancora di vedere remunerate le prestazioni erogate lo scorso anno. Una situazione precaria e disastrosa che viene riproposta dall’assessore per i prossimi due anni come se fosse una novità positiva e vorrebbe anche un applauso per questo». Così, per l’Unità di Crisi Sanitaria, non c’è niente da sbandierare, se non l’inevitabile allungamento delle liste di attesa. «Senza il contributo decisivo delle strutture sanitarie accreditate le liste di attesa, come già è sotto agli occhi di tutti, aumenteranno nuovamente e forse non è ben chiaro all’assessore e al governo regionale che non si tratta di meri numeri, ma che è in ballo la vita delle persone, infatti non dovremmo più chiamarle liste di attesa, ma bensì, più correttamente, ritardi nelle diagnosi e nelle cure».
L’Unità di Crisi ha contestato anche come, nonostante le dichiarazioni del governo regionale, non sono stati ancora censiti i fabbisogni sanitari, utili poter fornire le necessarie cure ai cittadini, potendo così fondare i tetti di spesa in base alle reali esigenze del territorio. «La giunta continua a dire ormai da anni che sta lavorando ad un nuovo piano sanitario che sistemerà tutto, ma anche su questo fronte il nulla più assoluto». Il portavoce Michele Cataldi ha concluso come «nei prossimi giorni agiremo con maggior vigore, assieme a tutte le categorie coinvolte e i sindacati, per fermare la deriva della sanità lucana. Non possiamo rimanere inermi a guardare la celebrazione del proprio funerale in presenza di coloro i quali hanno ucciso la sanità lucana».

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