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sabato 27 Luglio 2024
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Forza Nuova: perquisizioni in tutta la Puglia

Effettuate in mattinata perquisizioni della polizia, anche personali, a quattro appartenenti al movimento politico Forza Nuova, nelle province di Bari, Brindisi e Foggia: Roberto Falco di 53 anni e Beatrice Falco di 45 anni, entrambi baresi, il foggiano Domenico Carlucci di 54 anni e il brindisino Adriano Daniello di 31 anni, referenti locali delle tre province. Perquisita anche la sede foggiana del movimento.

I controlli sono stati eseguiti da agenti della Digos, coordinati dalla Direzione centrale della Polizia di prevenzione, su delega della Direzione distrettuale antimafia-antiterrosimo di Bari.
L’attività nasce dal coinvolgimento nei fatti accaduti a Roma il 9 ottobre scorso dell’esponente barese del movimento, già attivo nelle manifestazioni di piazza organizzate in territorio barese nei mesi scorsi, contro le politiche nazionali e comunitarie di contrasto alla pandemia da Covid 19 da parte di gruppi di protesta apparentemente non politicizzati. Dagli approfondimenti investigativi, effettuati dalla Digos su delega del procuratore Roberto Rossi, del coordinatore della Dda, Francesco Giannella e del sostituto procuratore, Ignazio Francesco Abbadessa, è emersa una fitta rete di contatti tra i vertici nazionali del movimento e i referenti pugliesi di Forza Nuova.
Gli investigatori della sezione Antiterrorismo barese hanno avviato il monitoraggio ed analisi della rete web e, in particolare, dei profili social riconducibili a due militanti di FN perquisiti, dai quali è emersa la loro partecipazione alla manifestazione del 9 ottobre scorso: postavano “dirette Facebook” ed immagini che confermavano la loro presenza in punti cardine della manifestazione. Sul post/immagine del profilo social del terzo degli indagati, anch’egli soggetto a perquisizione, è stato pubblicato parte del comunicato diramato da Forza Nuova a margine della manifestazione in argomento (a firma degli esponenti nazionali Giuseppe Provenzale, Luca Castellini, Davide Pirillo e Stefano Saija), con cui si inneggiava esplicitamente ad “innalzare il livello dello scontro” e che il “popolo non si fermerà”. Ulteriore attività investigativa ha poi consentito di “collocare” a Roma – il giorno della manifestazione in argomento – anche il quarto degli indagati e di provare, in conclusione, una fitta rete di contatti tra loro e con i referenti nazionali del movimento.
Durante la perquisizione sono stati sottoposti a sequestro vari dispositivi informatici (smartphone e notebook) nella disponibilità degli indagati sui quali si concentrerà l’attenzione investigativa nonché altro materiale con simbologia chiaramente riconducibile al “fascismo” ed altro materiale di interesse investigativo.

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