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sabato 27 Luglio 2024
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Parroco aggredito da un gruppo di bulli «Chiedono aiuto, a volte basta parlargli»

È stato colpito con un pugno in pieno volto, trasportato in ospedale a Barletta e dimesso la notte scorsa. Don Enzo De Ceglie, parroco della chiesa degli Angeli Custodi, alla periferia nord di Trani, è sensibilmente scosso per quanto accaduto la sera di santa Lucia. I parrocchiani avevano organizzato una serata di solidarietà, con frittelle e banda, per il centro di ascolto Caritas parrocchiale. Ed è in questa atmosfera di festa e serenità che alcuni minorenni hanno iniziato a prendersi gioco dei musicisti per poi scagliare un petardo contro un ragazzo disabile. Il sacerdote, per evitare che i due giovani si rinchiudessero nella casa canonica, si è frapposto ed è stato colpito al volto da uno di loro.

«A volte è bastato rimproverare quei ragazzi, quando hanno avuto comportamenti fuori delle righe; altre volte, come l’altra sera, non è servito perché sono andati oltre». Don Enzo racconta così l’aggressione che ha subito: «Non è la prima volta che questo gruppetto disturba: a volte lo fanno durante le attività ordinarie della parrocchia, quando si prega o si sta svolgendo un’attività formativa». Il sacerdote ha cercato di andare oltre il gesto violento per trovare una motivazione più profonda: «Sembra ci sia una richiesta di aiuto da parte di qualcuno di loro. Il nostro sforzo è quello di provare a parlare, ma non sempre ci riusciamo. Parlo al plurale perché oltre a me ci sono gli altri sacerdoti, un gruppo di adulti e di giovani che collaborano nella vita ordinaria della parrocchia. I ragazzi protagonisti dell’aggressione sono di questo quartiere anche se altre volte è capitato si mischiassero con giovani di zone diverse». Nonostante l’aggressione fisica subita, don Enzo non ha dubbi sulla sua missione: «Non penso sia difficile essere sacerdote di periferia; al contrario è complesso essere educatori e persone che vivono con senso civico. Spesso anche quando un semplice cittadino fa notare un comportamento al di sopra delle righe può correre il rischio di subire anche delle conseguenze. Quindi, non è un problema soltanto dei sacerdoti». Con la chiusura delle scuole Orazio Palumbo e Papa Giovanni XXIII, la parrocchia è diventata di fatto l’unico baluardo di educazione e socialità del quartiere: «Sicuramente – spiega don Enzo – ci piacerebbe che ci sia maggiore attenzione da parte delle istituzioni sui luoghi di formazione. La chiusura delle due scuole resta comunque una ferita aperta perché sono luoghi lasciati a se stessi. È come un piccolo arretramento di cui siamo dispiaciuti». Sull’aggressione al sacerdote sono state diverse le attestazioni di solidarietà: «È una notizia terribile – commenta il sindaco Amedeo Bottaro – a cui bisogna rispondere facendo sentire la presenza dell’amministrazione. Vogliamo non lasciare isolato un quartiere periferico della città, ma al contrario ricucirlo nel tessuto urbano e sociale di Trani. Infatti, nei prossimi giorni sarà formalizzata la relazione dei tecnici sul futuro della scuola Papa Giovanni XXIII (chiusa dal marzo 2019, ndr). Candideremo la scuola per ottenere il finanziamento del Pnrr. Stiamo investendo nel quartiere: a pochi metri da qui sono stati realizzati due grandi parchi, pronti a essere consegnati, e il sottopasso ciclopedonale, già finanziato, che ricollegherà questo quartiere al quartiere sant’Angelo e alla zona stadio».
Debora Ciliento, consigliere regionale ed ex assessore ai servizi sociali del comune di Trani, afferma: «Queste sono le situazioni in cui è necessario un patto educativo tra famiglie e istituzioni: vivere la propria vita all’insegna della legalità parte dalla quotidianità. Auguro a don Enzo una pronta guarigione per tornare presto alla guida della nostra comunità, perchè ogni spazio lasciato dalle istituzioni è uno spazio lasciato al degrado sociale».

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