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Pronto soccorso in “codice rosso”, servono i medici

Pronto soccorso in “codice rosso” per carenza di personale e i medici pugliesi levano gli scudi. I presidenti degli Ordini dei medici di tutte le province pugliesi sbottano e chiedono che parte delle risorse regionali della Sanità siano vincolate all’assunzione di personale. E non solo. In campo anche i sindacati regionali dei medici (Fp Cigl Medici, Anaoo-Assomed, Aaroi Emac, Fvm, Cimo, Fesmed, Cisl medici, Fassid, Uil Fpl) che chiedono la revoca dello stato di emergenza per i tre pronto soccorso della Asl di Brindisi. Con ordine.
«Sta purtroppo accadendo ciò che gli Ordini dei medici pugliesi denunciano da tempo, con i ripetuti allarmi sulla tenuta del servizio sanitario regionale e sul rischio che crolli l’intera struttura. A proposito dello stato di emergenza dei pronto soccorso della Asl di Brindisi, gli Ordini dei medici pugliesi non possono fare a meno di constatare lo stato di degrado del sistema che oltre a penalizzare i cittadini si ripercuote sul personale in servizio, costretto ad assumere carichi di lavoro insostenibili.
Le carenze di personale sono ormai drammatiche e non limitate ai pronto soccorso né alla sola Asl di Brindisi, dato che investono tutto il sistema sanitario regionale».
Questo il punto, certamente non nuovo, che incrocia problemi strutturali del Sistema sanitario regionale. Da queste considerazioni parte la denuncia di una fragilità strutturale «che investe tutto il servizio sanitario e mette a rischio proprio la capacità della sanità pubblica di offrire assistenza ai cittadini. Gli errori del sistema di programmazione commessi in passato non possono continuare a penalizzare il personale in servizio. L’unico effetto sarà quello di accelerare le dimissioni dei medici attualmente in servizio ed aggravare ulteriormente la crisi del sistema».
C’è un dato oggettivo: la difficoltà a reperire medici specialisti nell’Emergenza-urgenza. Errori di programmazione delle scuole di specializzazione ha di fatto svuotato i reparti di “frontiera”: pronto soccorso, anestesie e rianimazioni. Così i presidenti: Filippo Anelli Ordine Bari, Benedetto Delvecchio Ordine di Barletta Andria Trani, Cosimo Nume Ordine di Taranto, Pierluigi Nicola De Paolis Ordine di Foggia, Donato De Giorgi Ordine di Lecce, Arturo Oliva Ordine di Brindisi, mettono le mani avanti: «Ammesso che si trovino i medici non specialisti disposti ad assumere un incarico al pronto soccorso nelle condizioni attuali, non è chiaro come e chi si farà carico della formazione di questo personale. Il ricorso a professionisti privi dei requisiti previsti per legge per il reclutamento di medici nei servizi di pronto soccorso mette infatti a rischio la qualità e sicurezza delle cure offerte ai cittadini. In quanto enti sussidiari della Stato che vigilano sulla qualità e sicurezza della prestazioni erogate ai cittadini, gli Ordini non possono assistere in silenzio al degrado odierno. Finora si è infatti andati avanti con soluzioni tampone, che aggravano la situazione ritardando semplicemente l’emergere dei sintomi. Occorre invece intervenire con la massima urgenza adottando tutte le soluzioni che possono servire nell’immediato a rispondere alle carenze di personale, ma soprattutto programmando il futuro del servizio sanitario nazionale che poggia innanzitutto sui medici che ci lavorano quotidianamente».
La soluzione tampone individuata dall’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese e dal direttore del Dipartimento promozione della Salute Vito Montanaro, ossia predisporre un potenziamento dell’organizzazione dei Pronto soccorso per garantire massima sicurezza sanitaria e un’assistenza di qualità su tutto il territorio regionale utilizzando i medici in forze in altri reparti alla fine non è stata risolutiva. L’ordinanza, già all’epoca della sua emanazione sollevò dubbi e mugugni, ma Palese andò dritto per la sua strada perché «quello della carenza di personale medico e del divario storico che c’è con altre regioni del nord nel rapporto tra numero di operatori sanitari e abitanti sono temi di fondo sui quali la nostra Regione è da sempre molto attenta. Da parte della Regione ci sarà comunque il sostegno necessario, soprattutto di natura economica, per continuare ad affrontare al meglio tutte le esigenze della sanità, un sostegno che risulterà strategico anche per la fase post-pandemia».
Poi la situazione è precipitata ulteriormente sino all’ultima presa di posizione con un fronte unico degli Ordini dei medici pugliesi.

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