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sabato 27 Luglio 2024
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Sequestrato il “tesoro” di un noto avvocato barese

BARI – Sottoposto a sequestro preventivo il “tesoro” riconducibile all’avvocato Giancarlo Chiarello, secondo gli investigatori accumulato in maniera illecita e quantificabile in un milione e 115 euro, trovato nei mesi scorsi nell’appartamento del figlio del noto penalista.

Era il 24 aprile scorso, quando i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bari, nell’eseguire le ordinanze restrittive a carico dell’avvocato Chiariello e dell’ormai ex giudice Giuseppe De Benedictis, rinvennero l’enorme patrimonio in banconote di vario taglio, custodito all’interno di tre comunissimi zaini.
La perquisizione scaturì dall’inchiesta della Dda di Lecce su un presunto accordo corruttivo tra l’ex magistrato del Tribunale di Bari e l’avvocato Chiariello in base al quale, in cambio di cospicue somme di denaro contante, De Benedictis avrebbe emesso provvedimenti di scarcerazione a favore degli assistiti del legale barese, per lo più affiliati a gruppi mafiosi delle province di Bari, Foggia e Lecce.
Durante l’interrogatorio di garanzia l’avvocato Chiariello, attualmente ai domiciliari, dichiarò che quel denaro rappresentava “i risparmi di una vita, da destinare ai figli” e che aveva deciso di non tenere nella sua abitazione per paura dei tanti furti in appartamento che si verificavano nel suo quartiere di residenza.
Ma la sua giustificazione non è stata ritenuta credibile e così, stamattina, in esecuzione del decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, emanato dal gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della Dda della Procura salentina, i carabinieri della Sezione specializzata in Indagini Patrimoniali del Reparto Operativo di Bari, hanno posto un ulteriore vincolo a quella somma di denaro contante, ritenuta spropositata e ingiustificata.
L’ipotesi della magistratura leccese e degli investigatori del capoluogo pugliese sarebbe suffragata da incontrovertibili dati di fatto. I minuziosi accertamenti patrimoniali avrebbero documentato un’enorme sproporzione tra i redditi dichiarati negli ultimi dieci anni dall’intero nucleo familiare del noto avvocato barese e le evidenze patrimoniali, quantificata in oltre 950 mila euro. Il gip di Lecce ha ritenuto che tale sproporzione, priva di giustificazioni, sia attribuibile ai reati contestati a Giancarlo Chiariello ai danni dell’amministrazione della giustizia.

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