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lunedì 14 Ottobre 2024
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Celentano, la pennichella foggiana nei ricordi del Molleggiato

Già nel 2019 aveva citato Foggia in un suo programma. Era il novembre di tre anni fa, quando nel programma “Adrian”, una serie televisiva d’animazione, ideata e scritta da Adriano Celentano, il Molleggiato aveva citato il capoluogo daunio dal quale venivano i suoi genitori: papà Leontino e mamma Giuditta Giuva. In quell’occasione Adriano Celentano aveva ricordato un episodio di famiglia, con la visita a Milano dello zio Alfonso, fratello del padre. Adesso Foggia torna nei ricordi del Molleggiato. Questa volta lo ha fatto ai microfoni di “Stanotte a Milano”, la trasmissione in onda su Rai1, ideata e condotta da Alberto Angela.
Protagonista, naturalmente, è la strada milanese di via Cristoforo Gluck, a poca distanza dalla stazione centrale, dove al civico 14 (nella foto della trasmissione di Rai1) nasce, il 6 gennaio 1938, il Molleggiato che ricorda ad Angela i suoi ricordi da fanciullo, parlando proprio dei suoi ricordi foggiani in quel cortile che si apriva a poca distanza dal fischio dei treni.
Anche a Milano la famiglia Celentano aveva “esportato” la pennichella, ricordi della controra foggiana, quando dopo il pranzo si andava a fare il risposare e tutto si “addormentava”, mentre la città continuava nel suo frenetico agire. Adriano Celentano ha ricordato della sua ribellione al rito familiare della pennichella – «Anche se eravamo a Milano, l’usanza era quella foggiana, che dopo pranzo bisognava fare il solito riposino» – e di essersi alzato per andare, a piedi nudi, nel cortile protagonista della sua celebre canzone presentata a Sanremo nel 1966, dove fu incantato da un raggio di sole che «entrava in casa, e come una spada, disegnava fulmineo uno spicchio luminoso sul pavimento». Un ricordo che nasce proprio da una usanza foggiana, cara al Re degli Ignoranti, che pur mantenendo vivi i suoi ricordi con le origini daunie dei suoi genitori, ma non è voluto tornare a Foggia quando si presentò l’occasione offerta dall’ateneo della città capoluogo che, nel 2006, voleva conferirgli la laurea honoris causa “Per il ruolo di pioniere nella sperimentazione di nuovi linguaggi (…) e un’insuperata capacità nel saper trasmettere emozioni e messaggi destinati a penetrare sia la sfera intima che il vissuto collettivo del suo vasto pubblico». Riconoscimento che – come riporta il sito Universita.it – Celentano rifiutò per mantenere fede al suo essere Re degli Ignoranti.

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