Prosegue “Stille d’inverno”, il calendario di eventi per il periodo festivo nella caverna della Grave delle Grotte di Castellana e questa sera Chiara Civello presenterà “Chansons – Chiara Civello Sings International French Standards” (Kwaidan Records).
“Chanson”, che esce a distanza di quattro anni dal precedente “Eclipse”, è composto da 12 brani classici dal 1945 al 1975 di autori francesi realizzati con il produttore Marc Collin. Da Michel Legrand a Charles Aznavour, Charles Trénet, Édith Piaf, Jacques Brel o Gilbert Bécaud e Francis Lai: nomi conosciuti dagli amanti della musica francese ma forse non dal pubblico internazionale.
È proprio questo il bello di “Chansons”, perché i brani scelti hanno varcato i confini per oltre 70 anni senza alcun riferimento alle loro origini. Chi potrebbe immaginare che Feelings, The Good Life o My Way siano stati tutti scritti da autori francesi? E che Frank Sinatra, Julio Inglesias, Elvis Presley, Madonna, Lady Gaga, Luciano Pavarotti, Céline Dion, Dalida o Caetano Veloso abbiamo inciso questi capolavori, facendoli diventare la colonna sonora della nostra vita?
Abbiamo incontrato Chiara Civello che ci ha raccontato qualche curiosità sul disco.
Questa sera porterà in scena i brani del suo ultimo album “Chansons”. Come nasce l’idea di questo disco?
Nasce dalla grandissima sinergia che ho percepito lavorando al mio disco precedente con Marc Collin dei Nouvelle Vague, una persona delicata ed estremamente assertiva nel suo modo di fare musica. Ha un grande gusto e una grande abilità: prendere un pezzo del repertorio musicale tradizionale e renderlo totalmente personale. Mi è sembrato che rispecchiasse perfettamente la mia indole. Alterno sempre l’uscita di un disco da autrice a un disco da interprete. Penso che questa scelta descriva la mia duplice anima. Mi racconto ma al tempo stesso posso dare voce anche ad altre storie.
Come si è sviluppata la collaborazione con il produttore Marc Collin?
Marc ha proposto una selezione di tutte le canzoni più note del repertorio francese, con un’unica prerogativa: che non tutti fossero a conoscenza dell’origine francese di tali brani. Penso a ‘My Way’ o ‘The Good Life’, per citarne due. L’elemento ludico è stato fondamentale, perché ci ha permesso di giocare con il processo di ricerca stesso. Negli anni ’60 e ‘70, una bella canzone girava il mondo e veniva interpretata da tante voci diverse. Siamo partiti da un’idea di base, che si è concretizzata una volta giunti in studio di registrazione esattamente a Bari nello studio di Tommy Cavalieri. Quindi la Puglia è fondamentale nella creazione di questo album. Ci siamo lasciati guidare dall’emozione. È stato un processo fluido ed organico, grazie soprattutto al contributo di Marc. Si fida e riesce a fidarsi e ad affidarsi completamente alla visione dell’artista con cui collabora e questo è un grande valore unito alla competenza di Tommy Cavalieri e alla bravura di Mirko Signorile, Dario Congedo, Luca Alemanno e Fabrizio Savino, musicisti meravigliosi e pugliesi!
Cosa attende il pubblico del live di questa sera?
Tutto il mio amore e la mia gratitudine.