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Marta Pizzigallo e la fiction “Noi”. È anche la voce di un videogame

Da stasera su Raiuno andrà in onda per sei puntate “Noi”, adattamento italiano della serie americana “This is us”, plurivincitrice di Emmy e Golden Globe. I protagonisti sono Lino Guanciale e Aurora Ruffino, ma in più di un episodio i telespettatori troveranno sullo schermo anche l’attrice di Crispiano (Ta) Marta Pizzigallo, nei panni di una dottoressa che segue la figlia della coppia (Claudia Marsicano). «Una bella esperienza – racconta la Pizzigallo – anche perché ho avuto modo di incrociare diversi colleghi con i quali avevo già lavorato in teatro. Il regista Luca Ribuoli, poi, è davvero bravo». Prima d’ora l’avevamo già vista in tv nel cast delle due stagioni de “La Compagnia del Cigno” di Ivan Cotroneo. «Pur avendo fatto perlopiù teatro – afferma l’attrice – mi piace anche il cinema, dove la dimensione è più quella del luna park. In fin dei conti è lo stesso lavoro, ma con codici un po’ diversi e in un ambiente più comodo. Diciamo che l’attore è messo nelle condizioni migliori per farlo, nel teatro c’è più sacrificio». Prossimamente sarà in un altro film, “Tutti i nostri ieri” di Andrea Papini, dove interpreta una detenuta.

Classe 1984, Marta Pizzigallo si è trasferita dal paese delle cento masserie a Bologna quando aveva 19 anni per frequentare la scuola di teatro diretta da Alessandra Galante Garrone, dove poi si è diplomata come attrice di prosa. Negli anni ha lavorato con registi e teatri di tutta Italia, tra cui il Piccolo di Milano, la compagnia Umberto Orsini, la compagnia Atopos e il teatro dell’Elfo. Nel 2013 ha vinto il “Premio Hystrio alla vocazione” ed è stata candidata ai premi Ubu 2014 come miglior attrice under 35. Da qualche anno Milano è diventata la sua città d’adozione.
È risaputo che il teatro non se la passi bene, ma a tal proposito la Pizzigallo auspica «un cambiamento. Il teatro è in una fase di rivoluzione a livello strutturale e artistico. Dopo la pandemia stanno cambiando un po’ i paradigmi. È diventata un’esigenza trovare nuovi linguaggi che ci parlino meglio dell’attualità. Ma una cosa è certa: il teatro non morirà mai, restano la sua sacralità, la magia della dimensione dal vivo e l’irripetibilità del momento».
Nel periodo in cui non si è potuto lavorare sui palchi lei ha trovato il modo di non rimanere ferma mettendosi in gioco con la voce. Ha infatti prestato la sua al personaggio di Wanda nella versione italiana della saga di “The Sandman – II atto”, tratta dall’originale fumetto e firmata da Neil Gaiman. «Mi sono divertita tanto. E di lì a poco ho anche doppiato il videogioco “Rainbow Six”». La collaborazione, spiega l’attrice, «arrivata un po’ per caso. Però è innegabile che anche in Italia il mondo dei fumetti e dei videogames, rispetto al cinema e alla tv, sia decisamente più avanti sul tema della diversity. Io, donna transgender, ho notato che in questo settore c’è maggiore attenzione sull’argomento tanto che, ad esempio, vi è una certa richiesta di voci non standard».
La Pizzigallo è proiettata sui prossimi impegni, «a maggio comincerò a lavorare al teatro Franco Parenti a un monologo tratto dal libro “Un cazzo ebreo”, diretta da Fabio Cherstich. Poi in estate al Campania teatro festival di Napoli e al festival dei due Mondi di Spoleto. Spero di venire in tournée l’anno prossimo in Puglia». A seguire, l’attrice sarà in scena con un altro spettacolo, “Il seme della violenza”, prodotto da teatro dell’Elfo e diretto da Ferdinando Bruni e Francesco Frongia: «Abbiamo debuttato lo scorso anno con quattro settimane di repliche a Milano. Quest’anno dovremmo portarlo in giro in Italia ed era in programma anche un tour nell’Est Europa».
E nei prossimi giorni Marta Pizzigallo volerà a Roma, per “Obiettivo 5”, un campus di formazione per la parità di genere. Tra dibattiti e talk, leggerà dei brani sul tema della fluidità insieme a Claudio Santamaria nel corso dell’incontro curato dal giornalista del Corriere della sera Goffredo Buccini.

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