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domenica 22 Settembre 2024
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Tannhäuser al Petruzzelli: in vista dell’opera di Wagner una conversazione tra ricerca e passione

Alle 19 di questo pomeriggio il foyer del Teatro Petruzzelli ospita la Conversazione sull’Opera dedicata a Tannhäuser di Richard Wagner, a cura del musicologo Giorgio Pestelli. L’ingresso all’incontro è libero fino ad esaurimento posti.

La prima di Tannhäuser andrà in scena al Teatro Petruzzelli mercoledì 11 ottobre alle 20.30, l’allestimento scenico dell’Hessisches Staatstheater Wiesbaden porta la firma di Uwe Eric Laufenberg, regista d’avanguardia, noto ed apprezzato dal pubblico esigente e qualificato del Festival di Bayreuth. Will Humburg dirigerà l’Orchestra e il Coro del Teatro (preparato da Fabrizio Cassi), le scene sono di Rolf Glittenberg, i costumi di Marianne Glittenberg, il disegno luci di Andreas Frank. Regista collaboratore Silvia Gatto.

«Il pubblico del Teatro Petruzzelli – dichiara il sovrintendente Massimo Biscardi – in questi anni ci ha sempre dimostrato la sua competenza. È un attento osservatore, con un gusto ben delineato e quando si accomoda al suo posto, lo fa con aspettative precise. Ebbene, lo dico subito, questo allestimento non usa mezzi termini, né mezze misure. Si parla di Venere, dell’amore lussurioso, del conflitto fra anima e corpo, della ricerca di un equilibrio agognato fra fede e passione. Si indugia sulle forme, ci sono dei nudi in scena e non sono velati o edulcorati, sono dei nudi veri, come vero è il conflitto umano e wagneriano che l’opera tratta ed indaga. La fede in terra è rappresentata dalla Chiesa e la regia ha scelto di proiettare alcune immagini dei Papi, mettendo le loro espressioni solide e serie in contrasto con la fragilità e la fluidità dei danzatori presenti in scena. Ma soprattutto c’è la musica di Wagner e sarà la sua intensità che, sono certo, ci traghetterà senza alcun pregiudizio o sovrastruttura mentale, attraverso la visione di uno spettacolo che lascerà il segno. Una produzione all’altezza di quelle che nei grandi Teatri europei, ormai da tempo non fanno più scalpore, se non per la bellezza della musica e per la bravura degli interpreti».

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