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venerdì 27 Settembre 2024
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Laura Costantino: «Mangiare gli insetti? L’Ue investe 10 miliardi»

«Spesso il problema non è legato alla carenza di cibo e dunque alla necessità di introdurre nuovi prodotti alimentari più sostenibili, quanto all’equa distribuzione delle risorse alimentari a livello planetario e ad adeguate politiche pubbliche che assicurino l’accesso al cibo per tutti i cittadini». Ad affermarlo è la professoressa Laura Costantino, docente di di Diritto Agrario al dipartimento jonico dell’Università degli Studi di Bari.

Professoressa, gli insetti sono considerati alimenti?

«La legislazione europea sin dalla fine degli anni ‘90 si è occupata di introdurre una disciplina specifica per l’immissione sul mercato europeo di alimenti nuovi (i c.d. novel food). In linea di principio, qualunque alimento nuovo, mai utilizzato prima nel mercato europeo, rientra nella definizione di novel food. Oggi, il Reg. 2015/2283 definisce nuovo alimento qualunque prodotto non utilizzato in misura significativa per il consumo umano nell’Unione prima del 15 maggio 1997 (data di entrata in vigore del primo regolamento in materia). Dunque, potrebbero rientrare in questa categoria sia prodotti alimentari con una struttura molecolare nuova, sia prodotti che sono già utilizzati a fini alimentari in altri Paesi, ma che in Europa non hanno un utilizzo simile, come ad esempio gli insetti».

Come viene garantita la sicurezza del consumatore?

«I nuovi alimenti possono essere immessi sul mercato europeo solo a seguito di una specifica procedura di autorizzazione che coinvolge diversi soggetti. L’impresa interessata a commercializzare sul territorio europeo un nuovo alimento dovrà presentare alla Commissione europea una domanda di autorizzazione che contenga, oltre ai dati del richiedente, una analitica descrizione del processo produttivo, la composizione dettagliata del nuovo alimento e le prove scientifiche in suo possesso attestanti che il nuovo alimento non presenti rischi per la salute umana. Segue, poi, un rigido controllo da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, organo tecnico consultivo che garantisce terzietà ed oggettività nella valutazione delle prove scientifiche circa l’assenza di rischi per il consumatore».

Cosa ci si aspetta dall’Europa?

«L’Autorità europea dovrà emettere il suo parere entro nove mesi dalla ricezione della domanda di autorizzazione da parte del richiedente. In realtà, il Regolamento, ai fini dell’autorizzazione all’immissione sul mercato di un nuovo alimento, richiede un elemento ulteriore: non solo l’assenza di rischio, ma anche una valutazione in ordine al valore nutritivo. Ove, ad esempio, il nuovo alimento sia destinato a sostituire un altro alimento, e vi è un cambiamento significativo nel valore nutrizionale, il consumatore dovrà esserne adeguatamente informato e, ad ogni modo, l’introduzione di un nuovo alimento non deve rendere il consumo normale svantaggioso per il consumatore sul piano nutrizionale. Dunque, non c’è solo una valutazione in termini di sicurezza, ma una attenta analisi relativa all’utilità, da un punto di vista nutritivo, del nuovo alimento per il quale si richiede l’autorizzazione. Inoltre, una volta ottenuta l’autorizzazione all’immissione sul mercato, ai nuovi alimenti si applicheranno le stesse rigide regole in materia di sicurezza previste per tutti gli alimenti e contenute nel Reg. 178/2002».

Ci sono delle regole specifiche in materia di etichettatura?

«In linea generale, i novel food sono soggetti alle stesse regole in materia di etichettatura previste per i prodotti alimentari, e contenute nel Reg. 11692011. Purtuttavia, in alcuni casi potrebbe essere necessario fornire informazioni aggiuntive, in particolare per quanto riguarda la descrizione dell’alimento, la sua origine, la sua composizione o le sue condizioni d’uso, al fine di garantire che i consumatori siano sufficientemente informati sulla natura e sulla sicurezza del nuovo alimento, in particolare per quanto riguarda i gruppi vulnerabili della popolazione. Al momento dell’autorizzazione del muovo alimento, infatti, la Commissione stabilisce anche le condizioni d’uso e i requisiti di etichettatura».

Quali saranno gli effetti dell’introduzione degli insetti nei mercati alimentari?

«L’utilizzo di insetti edibili rientra pienamente tra le finalità espresse nella Strategia From farm to fork. La ricerca e l’innovazione sono fattori chiave per la transizione verso sistemi alimentari sostenibili. La Commissione ha proposto un investimento di 10 miliardi di Eur in ricerca e innovazione su alimenti, bioeconomia, risorse naturali, agricoltura, pesca, acquacoltura e ambiente. Uno dei principali settori di ricerca riguarderà proprio l’aumento della disponibilità di proteine alternative quali le proteine di origine vegetale, microbica e marina e a base di insetti. Ma questa è solo una delle azioni, complementari, che l’Unione europea ha messo in campo per gli obiettivi di sostenibilità. Non dimentichiamo che la transizione verso sistemi alimentari sostenibili e resilienti passa attraverso numerosi programmi di intervento che hanno quali obiettivi principali, da un lato la riduzione dell’impatto sull’ambiente delle attività produttive agricole e dall’altro la garanzia di un adeguato approvvigionamento alimentare. Spesso il problema non è legato alla carenza di cibo e dunque alla necessità di introdurre nuovi prodotti alimentari più sostenibili nel processo produttivo e ugualmente validi per le diete alimentari, quanto piuttosto all’equa distribuzione delle risorse alimentari a livello planetario e ad adeguate politiche pubbliche che assicurino l’accesso al cibo per tutti i cittadini, in qualunque Paese e in qualunque condizione economica, rispettandone scelte e assicurando sempre una adeguata informazione».

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