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domenica 8 Settembre 2024
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Il generale? Chiacchiere e distintivo

Il generale Vannacci, novello saggista da poco destituito dall’Esercito per i concetti espressi nel suo libro “Il mondo al contrario”, è il personaggione dell’estate. Come gli sarà venuto in mente di scrivere un pamphlet con quel titolo? Eppure, sebbene primo nella classifica delle vendite, non ne ha azzeccata una! Generale, immagino che Lei dia per scontato che “il mondo al contrario” sia solo un modo di dire e che invece il mondo è stabile da milioni di anni.

“Gira il mondo gira nello spazio senza fine”, così cantava Jimmy Fontana. E pure i marziani scoppierebbero a ridere leggendo le Sue castronerie. Che poi, Lei è stato abilissimo a dire e a non dire; a scoprire e subito dopo a nascondere, a camuffare i suoi esili pensieri machisti: normalità versus diversità, la solita menata sull’omosessualità, l’immancabile riferimento agli immigrati e al colore della loro pelle, l’accento grave sulle femministe che sembrano streghe… che barba, che noia! Le solite qualunquistiche fregnacce. Ma davvero crede che sia così facile mettere ordine tra ciò che è in un modo e ciò che lo è in un altro? Seee, buonanotte! I sistemi universali e sociali sono così interconnessi che ogni divisione è ormai impossibile.

Eppure Lei si è spinto oltre mettendo in mezzo anche il colore della razza. Lei si sente figlio di Enea e combattente come Giulio Cesare (che era storicamente bisessuale); Lei distingue gli italiani dagli altri perché – dice – da ottomila anni siamo bianchi. Macché! Legga Malaparte a proposito del mischia mischia della nostra razza. Noi siamo figli di tutti coloro che hanno conquistato nei secoli la nostra Penisola. Dai barbari ai normanni, dagli angioini agli spagnoli, dagli arabi ai tanti altri appresso. Altro che purezza. Forse nessuna area geografica è stata più contaminata della nostra. Lo sanno i ragazzi biondi, quelli con le narici aperte o i tanti altri con gli occhi azzurri. Senza contare che noi, qui al Sud, siamo olivastri e che a Bari, il nostro Santo patrono è di origini turche e guai a chi ce lo tocca.

La razza unica non esiste, forse solo gli africani possono vantarne una! Immagino la sua faccia. Il mondo al contrario e confuso lei c’è l’ha in testa, Signore. La tradizione è una cosa e la civiltà un’altra. Il concetto di normale e anormale è vecchio quanto la stufa a carbone. Per intenderci, gli indiani sono i veri nativi americani e le uniche missioni speciali che hanno fatto storia sono quelle di Gino Strada. Perché l’unico modo per far girare il mondo al contrario è aiutare chi ha bisogno, assistere i malati e venirsi incontro senza porre sterili ed inutili barriere. Ecco, noi alla Pax romana, a quella americana, sinonimo di conquiste e sottomissioni, preferiamo la Pace evangelica. Lei, con il suo tomo, cacchio, vuole per forza farci scegliere da che parte stare. Ma a volte è bello e meglio stare da entrambe le parti. È come scegliere tra Michelangelo e Picasso. Come si fa? Il ministro Crosetto, con l’avvallo di Mattarella, bene ha fatto a metterLa un po’ a riposo. Sarà l’occasione buona per riflettere e scrivere un secondo libro intitolato: “Il mondo e basta”. Magari diventa un best-seller. Perché sarà dalla parte di tutte e di tutti. Senza distinzioni. Infine, ai suoi ultimi sodali, quei politici che non perdono occasione per stare zitti pur di racimolare qualche voto tra i più distratti, chiediamo finalmente una svolta.

La Destra vera e conservatrice è stanca di promesse non mantenute, è stufa di nostalgici ritorni al passato, di vigliacche lotte contro i più deboli e disperati. Salvini si dia pace, ormai là rimane. Presidente Meloni, un consiglio. Guardi avanti! Agli arditi saluti con la mano alta preferisca l’abbraccio di un popolo che Le chiede solo giustizia e legalità. Senza distinzioni.

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