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domenica 22 Settembre 2024
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Il manuale Cencelli applicato da Ursula per la Commissione

Non posso dire che l’unica cosa di buono che vedo è la nomina dell’amico Raffaele Fitto che, sono certo, svolgerà al meglio le sue funzioni, ma non mi associerò ai cori di giubilo che hanno accompagnato l’insediamento della nuova Commissione Europea, della riconfermata Presidente Ursula Von Der Leyen.

Credo siano venuti meno i principi ispiratori tanto cari ad Altiero Spinelli, padre fondatore dell’attuale Unione Europea, della quale fece parte sia come europarlamentare che come Commissario.

Nel pensiero di Altiero Spinelli, tramandatoci dal ‘Manifesto di Ventotene’, l’idea doveva essere quella di costruire una federazione unitaria di Paesi Europei, che fosse in grado di rimettere in piedi l’Europa distrutta e massacrata dalla seconda Guerra Mondiale. Bisognò attendere fino al !992 però, con la firma del Trattato di Maastricht, per vedere la nascita effettiva dell’Unione Europea.

È con la firma di quel Trattato che si instituisce la cittadinanza europea, che si rafforzano i poteri del Parlamento europeo e, per la prima volta, si statuisce una comune politica estera, una comune politica di giustizia e di sicurezza. I Paesi firmatari all’epoca erano 12. In questi anni, molti Paesi hanno fatto il loro ingresso nell’Unione e oggi, i Paesi aderenti sono 27.

Se si fosse voluto mantenere fede a quanto sottoscritto a Maastricht, non sarebbe stato necessario, varare una Commissione così elefantiaca, con le più disparate e dispersive funzioni, volte a rappresentare tutti i Paesi dell’Unione; se il principio ispiratore è quello di una politica comune e unitaria, che a rappresentare l’Europa in materia di Difesa ci sia un Francese piuttosto che un Greco non dovrebbe fare alcuna differenza. Anche perché, in seno al Parlamento europeo sono rappresentati tutti, ed è lì che si vota e viene espressa la volontà comune.

Invece e purtroppo così non è. Nell’era nella quale, apparire conta più dell’essere, tutti vogliono un loro attore sul proscenio.

In questo modo si finisce per scadere nel ridicolo. Il dramma è che non ci se ne rende più conto. Tutti impegnati a inventarsi caselle, all’interno delle quali, gratificare semisconosciuti (mi lascio l’alea del dubbio) che domani prenderanno decisioni che impegneranno l’Europa nel suo intero.

Sono sempre meno quelli che si rendono conto di questa deriva che, inesorabilmente, abbassa il valore delle Istituzioni europee. E non potrebbe essere altrimenti se siamo costretti a leggere che il signor Costas Kadis, rappresentante di Cipro dovrà occuparsi di ‘Pesca e Oceani’, mentre la sua collega Dubravka Sulca, rappresentante della Croazia dovrà occuparsi di ‘Mediterraneo’; ma potevamo lasciare la Slovenia senza un incarico? Certo che no; e allora la signora Marta Kos si occuperà di ‘Allargamento’. Sic! E la Finlandia? Tranquilli: la signora Hanna Virkunnen potrà occuparsi della ‘Sovranità Tecnologica’. Ma non è che ci siamo dimenticati della Romania? Certo che no; la signora Roxana Minzatu, avrà l’oneroso incarico di ‘Competenze e Preparazione’.

Per nemesi divina, potremmo sperare che la neo vicepresidente esecutiva e commissaria Minzatu, per scrupolo, iniziasse a verificare le compenze e la preparazione dei suoi colleghi di Commissione… chissa che delirio!

Infine, le scelte davvero incomprensibili: nel momento più drammatico per i confini europei, con una guerra tanto stupida quanto pericolosa per le evoluzioni che potrebbe avere, affidiamo la politica estera dell’Europa all’Estonia. Non ce ne voglia la neo-commissaria Kaja Kallas, ma questo ruolo, sarebbe dovuto spettare a quei Paesi che, per dimensioni, relazioni e, non da ultimo, per essere stati soci fondatori dell’Unione (Spagna, Italia, Francia e Germania) avrebbero potuto avere una maggiore autorevolezza e considerazione su i tavoli internazionali.

Alla luce di queste scellerate scelte non stupisce, allora, il voto del Parlamento europeo che autorizza Kiev a usare le nostre armi contro la Russia. Un gesto folle, di forze politiche folli, di parlamentari folli, che avrebbero l’obbligo di dimettersi per aver preso una decisione contraria alla volontà popolare di tutta europa.

Continuano a stupire, invece, le gesta del “nazista Netanyahu” che, nel silenzio imbarazzante dell’Unione europea, continua ad alimentare una guerra, un genocidio, che rimarrà nella storia, come la pagina più vergognosa, per quelle organizzazioni internazionali e per quelle Nazioni che fanno della libertà e della giustizia i loro vessilli.

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