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lunedì 14 Ottobre 2024
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Non crediate che il malaffare sia sconfitto

È una definizione insopportabile per vari motivi, quella dell’ultimo stragista, innanzitutto perché ci riporta violentemente al tempo delle stragi che i nostri giovani non ricordano più: Capaci, via d’Amelio, San Giorgio al Velabro, via dei Georgofili, stadio di Milano. In secondo luogo perché ci fa credere che Messina Denaro sia l’ultimo: l’ultimo di che, l’ultimo di chi? Omaggio e riconoscenza per i carabinieri e le forze dell’ordine che hanno dimostrato ancora una volta che «nessuno è imprendibile, nessuno è invincibile», come ha detto Nando Dalla Chiesa, però qualche dubbio affiora prepotente e graffiante. Che senso ha recuperare un potente boss ora, in tempi in cui non si parla più di mafia e le stragi sono lontane?

Voglio solo sperare che la cattura sia frutto di accurate indagini e ricerche che possano dimostrare che lo Stato ancora cerca i padrini di tanti delitti. Voglio solo credere che non sia, come fu per Riina, una consegna allo Stato di chi non ritiene più utile Messina Denaro e vuole il suo posto. Voglio sperare che sia un colpo letale alla mafia nascosta che oggi uccide poco ma comanda assai. Voglio sperare che questa cattura sia un colpo mortale a chi lo ha coperto in tutti questi anni, lasciandolo protetto a curarsi il tumore in una clinica con tanto di tampone. Voglio sperare che sia una conferma che lo Stato oggi ha funzionato bene e che ciò che non ha funzionato è stata tutta quell’antimafia sociale che per anni lo ha lasciato padrone della Sicilia e di Palermo senza alcuna denuncia, senza alcuna minaccia, senza alcun atto di coraggio contro di lui. Voglio sperare che parlerà, Messina Denaro, e che dirà tutto quello che sa degli ultimi trenta anni, per dare un colpo finale alla mafia che nel frattempo si è sviluppata. Voglio sperare che si torni a parlare di mafia come problema di oggi e come problema nazionale, insieme a Covid, guerra, crisi e altre cose: perché la mafia esiste ancora forte e prosperosa e dalle nostre parti qualche domanda dobbiamo porcela per capire se davvero non siamo noi pugliesi gli eredi di Messina Denaro e di un patto di sangue che ancora potrebbe tormentare le generazioni dei nostri figli. Voglio sperare che chi oggi prende il suo posto sappia che ha davanti uno Stato e una società che non staccano la spina e restano in agguato. Perché Messina Denaro non era l’ultimo boss.

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