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venerdì 18 Ottobre 2024
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Addio a Juliano. Lo storico capitano ex centrocampista e dirigente azzurro si è spento a 80 anni

Addio ad Antonio Juliano. Il mondo del calcio piange la scomparsa di “Totonno”, bandiera e storico capitano del Napoli, che si è spento in settimana all’età di ottant’anni. Regista dai piedi buoni, a cui veniva affidata la regia della squadra, legò il suo nome al club partenopeo. Nato e cresciuto nel capoluogo campano, ha giocato quasi tutta la sua carriera nel Napoli, con cui ha esordito nel 1961 e in cui ha militato per diciassette lunghe stagioni, di cui dodici da capitano, chiudendo la sua avventura nel 1978 e giocando l’ultima stagione da calciatore nel Bologna.

Con il Napoli, in totale, ha giocato 505 partite, realizzando trentotto reti, e ha vinto due Coppe Italia (1961-62 e 1975-76), una Coppa delle Alpi (1966) e una Coppa di Lega Italo-Inglese (1976), mentre con la maglia rossoblù, nella sua ultima stagione da professionista, giocò quindici partite, segnando due gol, di cui uno decisivo per la salvezza. Con la maglia della Nazionale, poi, che ha vestito in diciotto occasioni, si è laureato campione d’Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970, partecipando a tre edizioni della rassegna iridata, giocando, tuttavia, soltanto i sedici minuti finali della finale di Messico 1970, quella in cui l’Italia fu sconfitta per 4-1 dal Brasile.

Al capitano del Napoli mancò solo lo scudetto, ma, da capitano, condusse il Napoli al secondo posto nel 1967-1968 alle spalle del Milan di Nereo Rocco, e nel 1974-1975 dietro alla Juventus, e tre terzi posti, il primo dei quali conseguito da neopromossa nella stagione 1965-1966 alle spalle di Inter e Bologna, i club che avevano vinto gli ultimi due campionati.
Juliano, bandiera e orgoglio della città, era il faro del centrocampo del Napoli, regia sapiente della zona nevralgica del campo. Mai una giocata leziosa e troppo appariscente, ma una visione di gioco che gli permetteva di smistare il pallone con giocate semplici, ma funzionali. E poi un carattere che rispecchiava il suo gioco, lontano dai riflettori, a tal punto che Antonio Ghirelli lo definì un “napoletano atipico”, per via del suo modo di essere sempre silenzioso.

E non solo calcio giocato, perché Juliano, grazie a un’intuizione di Ferlaino, divenne anche dirigente del club partenopeo, firmando due tra i colpi più importanti della storia azzurra. Nel 1980 portò a Napoli il difensore olandese Ruud Krol, che, dopo aver vinto tutto con la maglia dell’Ajax, andò a giocare in Canada, nei Vancouver Whitecaps, e poi rimase nel capoluogo campano per quattro stagioni. Ma, soprattutto, insieme al presidente Ferlaino, condusse in porto la più grande operazione della storia del club, acquistando dal Barcellona il fenomeno argentino Diego Armando Maradona.

Napoli piange la scomparsa di Antonio Juliano, per tutti “Totonno”, persona gentile, sapiente centrocampista, abilissimo dirigente, bandiera del club e anima della città.

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