Home Attualità Cpr, il “business dei migranti” gestito da holding che portano in Svizzera

Cpr, il “business dei migranti” gestito da holding che portano in Svizzera

Un intreccio di scatole cinesi, holding che arrivano fino in Svizzera o società “attenzionate” che continuano a gestire i Centri di Permanenza per il Rimpatrio (in sigla Cpr). E’ questo ciò che viene fuori da “Trattenuti” il report di Action Aid. E il quadro è fosco.

Il report

«Ad agosto di quest’anno la gestione del sistema detentivo per stranieri in gran parte affidata a enti no-profit, che nelle ultime gare d’appalto bandite si sono avvicendati a soggetti dichiaratamente for-profit che sembravano dominare il mercato nel periodo precedente. Attualmente, solo due Cpr sono gestiti da soggetti for-profit, il Cpr di Roma e quello di Brindisi, rispettivamente affidati a ORS Italia Srl e AGH Resort Srl, in associazione temporanea di impresa con il consorzio Hera19», questo afferma lo studio dell’associaizone.

Va chiarito che in teoria il sistema detentivo per stranieri è affidato al Ministero, ma de facto è privato. La gestione vera e propria passa attraverso gare. Quindi è vero che i Cpr dipendono dal Ministero dell’Interno e dalle Prefetture, ma l’erogazione dei servizi alla persona è affidata a soggetti privati. Ma restano competenza della pubblica amministrazione le procedure relative alla posizione giuridica degli stranieri, il mantenimento dell’ordine all’interno delle strutture, e anche la manutenzione ordinaria e straordinaria degli stabili demaniali all’interno dei quali sono ubicate.

Ma chi sono queste società for profit che sembrano essere sempre le stesse?

Ors Srl per esempio non è altro che la filiale italiana di una holding svizzera che sta crescendo sempre di più il suo fatturato ed è sempre più presente nelle gare per i Cpr. Negli ultimi anni la multinazionale è stata coinvolta anche nella gestione del Cpr di Torino, poi chiuso per una ristrutturazione. Durante la sua gestione, presso il Cpr di Roma si è verificato il suicidio Ousmane Sylla.

In Basilicata

Altri soggetti for profit che meritano di essere menzionati, sebbene alcuni di questi non abbiano al 2024 responsabilità gestionali, «sono Engel Italia Srl e Martinina Srl, che si sono negli scorsi anni avvicendati nella gestione di due Cpr come quelli di Milano e Palazzo San Gervasio (in Basilicata), sotto osservazione dalle Prefetture per la cattiva gestione», si legge nel report.
Engel era già nota per le gravi irregolarità nella gestione di un centro di accoglienza, è stata criticata sia per la sua gestione del Cpr di Milano che per quella del Cpr di Palazzo San Gervasio, ed è proprio in Basilicata che questa gestione ha portato all’apertura di una indagine. La seconda società Martinina Srl irrompe nel mercato della gestione dei Cpr tramite il meccanismo della cessione del ramo d’azienda, in particolare da parte di Engel Italia Srl, la cui amministratrice unica detiene il 90% delle quote di Martinina Srl. Quest’ultima subentra “di diritto” a Engel Italia Srl nella gestione del Cpr di Milano, vincendo poi l’appalto per la sua gestione nel 2022. Sia il Cpr di Milano che quello di Palazzo San Gervasio hanno nel frattempo cambiato ente gestore, passando rispettivamente alla cooperativa Ekene e alla cooperativa Officine Sociali, che gestiscono anche i Cpr di Gradisca d’Isonzo e Macomer. La storia della gestione dei Cpr Milano e Palazzo San Gervasio resta tuttavia molto travagliata.

A Bari-Palese

Badia Grande invece era la società che si era aggiudicata la gestione di un importante Cpr, come quello di Bari Palese, con un contratto prorogato per oltre 900 giorni. Ciononostante, la cooperativa è stata esclusa dalla gara d’appalto bandita nel 2021 dalla Prefettura di Bari, vinta dalla la cooperativa siciliana “La mano di Francesco” Anche quest’ultima, già esclusa nel 2022 dalla gara d’appalto per la gestione del Cpr di Trapani. Non solo, dagli atti si evince che dopo poco è salita agli onori della cronaca con una presunta parentolopoli, ma anche per l’agitazione del personale del del Centro di prima accoglienza di Brindisi e, in ultimo, per problemi con il contratto stipulato proprio per la struttura barese.

Per Action Aid non deve essere privilegiato il contenimento della spesa. E infine la gestione concorrenziale favorisce l’inserimento di multinazionali privilegiate nel sistema detentivo, ma la detenzione amministrativa degli stranieri è legittimo solo nella misura in cui sia funzionale al rimpatrio. Lo dice la legge dello Stato italiano.

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