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Sanremo: la lucana Mango in testa alla top5, terza Alessandra Amoroso. Il bacio tra Emma e Sangiorgi

La terza serata del Festival di Sanremo 2024 si è chiusa con la lucana Angelina Mango in testa alla classifica e la salentina Alessandra Amoroso al terzo posto. Ghali, secondo, Il Tre e Mr Rain, rispettivamente quarto e quinto, completano la top five della classifica stilata in base al gradimento della nuova giuria delle radio e del televoto.

Altri due pugliesi, però, si sono resi protagonisti della serata sancendo una lunga amicizia con un bacio sulla bocca tutto salentino. “Posso baciarti?”, chiede Giuliano Sangiorgi. “Sì” risponde Emma che si è esibita nella seconda serata ieri ha presentato i Negramaro. E così il loro leader le stampa un bacio sulla bocca.

Ieri sera il Festival di Sanremo ha riabbracciato Gianni Morandi e Russell Crowe, lanciato appelli alla pace con Eros Ramazzotti e Giuliano Sangiorgi, gridato basta alle morti bianche con Stefano Massini e Paolo Jannacci, ritrovato i monologhi. L’apertura, però, è stata tutta nel segno dell’ironia di Teresa Mannino, che ha riportato la comicità all’Ariston. L’attrice ha demolito la liturgia della scala, «è inutile, ci sono altri otto ingressi», è entrata in stile diva di Broadway, si è stesa in braccio a Il Volo, ha sferzato a modo suo la sovraesposizione mediatica del festival.

Russell Crowe è tornato a Sanremo con la sua band The Gentlemen Brothers. «Al mio segnale scatenate l’inferno», ha scandito in italiano l’epica battuta del Gladiatore di Ridley Scott, poi ha abbracciato Mannino urlando “Teresa” e quando l’attrice ha citato le altre star con origini italiane, ha suggerito «Travolta, what that fuck!» e mima la “chicken dance”.

Per i 40 anni di Terra Promessa, con cui vinse tra le Nuove Proposte, è tornato ospite Eros Ramazzotti. Ha trascinato il teatro in un mega karaoke, poi lanciato il suo appello: «Ci sono quasi 500 milioni di bambini che vivono in zone di conflitto, altri milioni che non vedranno mai la terra promessa: basta sangue, basta guerre. Pace! I nostri pensieri forever».

«Ricominciamo tutto… con la pace!», ha urlato anche Giuliano Sangiorgi citando il titolo della canzone dei Negramaro.

C’è stato spazio per un momento di riflessione sulle morti sul lavoro. Stefano Massini e Paolo Jannacci hanno cantato “L’uomo nel lampo”, storia di un operaio che muore in un’esplosione in fabbrica e lascia un bambino di pochi mesi.

Nel suo monologo Mannino ha riflettuto invece sull’uomo che si è montato la testa e pensa di essere superiore alla natura: «Al potere su – dice – preferisco il potere di, che ha un’altra energia, il potere di ridere e far ridere, di vestirmi con le piume, di cantare stonata, di ballare per strada».

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