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sabato 27 Luglio 2024
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Studente italiano arrestato a Miami: il video choc dalle bodycam installate sulle divise dei poliziotti

Le cinghie alle caviglie, le urla e le richieste di aiuto. Il tutto immortalato dalla bodycam di uno degli agenti che ha partecipato all’arresto. Stanno suscitando indignazione e polemiche le immagini delle violenze subite a Miami nella notte tra il 24 e il 25 febbraio scorso subite dallo studente italiano di 25 anni Matteo Falcinelli, originario di Spoleto, da parte della polizia statunitense. «È stata una tortura ma sono sopravvissuto».

Il venticinquenne è negli Stati Uniti per frequentare il master alla Florida International University (al Biscayne Bay Campus). Le scene di violenza sarebbero state riprese dalle bodycam indossate dagli agenti, anche quella all’interno della stazione di polizia, che il legale americano del giovane è riuscito ad ottenere dalla procura solo il 12 aprile nell’ambito del processo, di fatto terminato con l’ammissione al Pti (Pre trail intervention), una sorta di programma rieducativo.

L’episodio risale a mesi fa ma la famiglia di Matteo ha voluto denunciarlo solo ora che il giovane ha accettato il programma disposto dal giudice che farà decadere i quattro capi di imputazione per resistenza a pubblico ufficiale, opposizione all’arresto senza violenza e violazione di domicilio.

La famiglia – si legge – vuole sporgere denuncia. E lo ha fatto dalle colonne del Quotidiano Nazionale che ha ottenuto in esclusiva la registrazione video delle violenze. Dalla prima ricostruzione della stessa famiglia emergerebbe che il giovane era andato in un locale dove aveva conosciuto delle persone e bevuto alcuni drink. I ricordi sono offuscati, non ricorda come è arrivato all’uscita dove c’era una pattuglia della polizia. I poliziotti scriveranno di essere intervenuti perché il ragazzo ha creato problemi nel locale tanto da essere sbattuto fuori e di essersi opposto all’arresto, facendo resistenza agli agenti. Lo studente è stato poi buttato a terra, con una cinghia gli agenti gli legano le caviglie, e poi la collegano alle manette strette intorno ai polsi. Il giovane urla: “Please, please” dice rivolgendosi agli agenti, che poi tirano con forza e lo lasciano a terra in cella. Falcinelli sta svolgendo al momento un trattamento alternativo al carcere, il parallelo della messa in prova in Italia, ha confermato il legale italiano che assiste la famiglia, Francesco Maresca, aggiungendo che «al termine di questo periodo, dal punto di vista giudiziario per lui questa vicenda si chiude».

La famiglia sta valutando come procedere in riferimento ad eventuali denunce sull’accaduto, che non ha ancora presentato, ha riferito ancora l’avvocato. «Stiamo sollecitando la Procura di Roma che può intervenire nei fatti che riguardano i cittadini italiani all’estero». La Procura potrebbe aprire un fascicolo, per richiedere ai colleghi statunitensi informazioni sull’accaduto e per sollecitare gli stessi a procedere in modo diretto nei confronti dei poliziotti.

La mamma: «Mio figlio ha paura. Ha tentato più volte di togliersi la vita»

«Quello che ha subito mio figlio non dovrà succedere mai più a nessun’altra persona al mondo, tanto meno a un ragazzo di 25 anni, studente universitario all’estero. A Matteo, ragazzo solare, intraprendente e pieno di vita hanno tolto il sorriso e distrutto i sogni portandolo addirittura a cercare di togliersi la vita». La testimonianza, rilasciata in un’intervista al Quotidiano Nazionale, arriva dalla mamma di Matteo Falcinelli, Vlasta Studenicova.

Il figlio, Matteo «sta male, molto male. Gli hanno distrutto la vita. È seguito da psicologi e psichiatri. Inizialmente è stato ricoverato in un ospedale a causa delle gravi ferite che aveva riportato. In seguito è stato trasferito in un ospedale psichiatrico perché a rischio del suicidio – a causa delle brutali torture che gli sono state inflitte ha tentato di togliersi la vita più volte. Ancora adesso la notte sogna l’arrivo della polizia che lo tortura e si sveglia urlando. Lo devo sorvegliare giorno e notte. È stato torturato: basta guardare i video per rendersene conto». E l’accusa è proprio contro il report fornito dalle forze dell’ordine americane rispetto ai fatti di quella sera di febbraio.

«Nel report che la polizia ha rilasciato, scritto sotto giuramento degli agenti, non c’è una sola parola che corrisponda a quanto si vede nelle riprese. C’è scritto tutt’altro. L’arresto non si consuma solo nell’ammanettamento, gli agenti mettono il ginocchio sul collo di Matteo impedendogli di respirare come nel triste caso di George Floyd. Quando il poliziotto si alza, mentre lui è in stato di incoscienza, dietro arriva la guardia di sicurezza che porta in mano i telefoni di Matteo: questa è la prova che mio figlio non stava mentendo e aveva il diritto di chiedere quei telefoni».

Tajani: «Colpito dalla violenza, indagheremo»

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha già fatto sollecitare la massima attenzione al caso di Matteo Falcinelli da parte dell’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia Jack Markell, ricordando che il Governo italiano segue doverosamente ogni caso di detenzione di cittadini italiani all’estero. È quanto si legge in una nota della Farnesina, in cui si ricorda che dall’inizio della vicenda il consolato generale d’Italia a Miami sta seguendo il caso del connazionale, 25 anni da Spoleto, arrestato dalla polizia a Miami Beach nella notte fra il 24 e il 25 febbraio e rilasciato dopo due giorni. «All’atto dell’arresto Falcinelli è stato sottoposto a un trattamento detentivo particolarmente violento, testimoniato dalle stesse body-cam dei poliziotti che hanno effettuato il fermo. Per questa ragione, oltre a seguire il caso e prestare assistenza alla famiglia per gli aspetti legali, il console generale a Miami ha sottolineato con le autorità locali l’inaccettabilità dei trattamenti che il giovane ha subito», fa sapere la Farnesina. Falcinelli era stato arrestato all’uscita di una discoteca. La polizia di Miami gli aveva contestato diversi reati, tra cui resistenza non violenta a pubblico ufficiale. È stato rilasciato due giorni dopo l’arresto. Il consolato generale a Miami si è subito attivato: oltre a intervenire con le autorità locali, ha prestato la necessaria assistenza al connazionale e ai familiari, anche fornendo contatti dell’ufficio legale, poi scelto dalla famiglia. Sino alla conclusione della vicenda il consolato generale, d’intesa con la Farnesina, continuerà ad assistere il connazionale, mantenendo stretto contatto con la famiglia.

Intanto dal mondo politico italiano sono arrivati diversi appelli affinché il Governo riferisca in aula per chiarire la situazione. «Chiediamo al Governo di riferire in Aula e fare chiarezza sul trattamento che, durante le operazioni di arresto, la polizia di Miami ha riservato al nostro connazionale. Stanno girando immagini raccapriccianti che testimoniano una grave violazione dei diritti umani a cui purtroppo alcuni dipartimenti di polizia statunitensi non sono nuovi. È un fatto grave: l’Italia faccia sentire forte la sua voce e si impegni a sostenere la famiglia e i legali che si occupano del caso nelle interlocuzioni con lo Stato della Florida. A prescindere dalle circostanze che hanno portato all’arresto del giovane, non è accettabile che simili violenze passino in silenzio e non vengano condannate. Il M5S sosterrà fino in fondo questa battaglia di civiltà». Lo dichiarano in una nota congiunta i parlamentari del Movimento 5 Stelle nelle Commissioni Esteri di Camera e Senato.

«Le immagini che ci sono arrivate dell’arresto di Matteo Falcinelli testimoniano un episodio di tortura su cui chiederò ai ministri Tajani e Nordio di riferire in aula, per spiegare come intendono muoversi. Non dimentichiamoci che questo non è l’unico caso recente in cui i diritti di un cittadino italiano all’estero vengono apertamente violati. Mi aspetto che il governo si faccia sentire schierandosi dalla parte della dignità umana. Tante organizzazioni ci mettono in guardia sui passi indietro che stiamo facendo sui diritti, a livello globale. La brutalità della polizia è un fenomeno su cui dobbiamo tenere gli occhi aperti. Sono preoccupata che si diffonda una cultura dell’impunità che rappresenta una gravissima minaccia per la democrazia», così la senatrice di Sinistra Italiana, Ilaria Cucchi.

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