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sabato 27 Luglio 2024
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Voti comprati per 30 e 20 euro: sette arresti nel Napoletano per scambio elettorale politico-mafioso

Servivano 30 euro per comprare un voto, 20 euro per il ballottaggio e 1.800 euro per un pacchetto di preferenze dalle mani dei clan di camorra.

È quanto emerso nel corso delle indagini condotte dai carabinieri della sezione operativa della compagnia di Torre del Greco e della tenenza di Cercola, coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli.

Stamattina, sette persone sono finite in manette per voto di scambio politico-mafioso, nell’ambito di un’inchiesta sulle elezioni di maggio 2023 a Cercola e del successivo ballottaggio.

Il blitz dei carabinieri è stato eseguito nei quartieri Ponticelli e San Giovanni a Teduccio di Napoli nonché in località Caravita a Cercola.

Le accuse, mosse a vario titolo agli indagati, sono di scambio elettorale politico mafioso, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, detenzione e porto in luogo pubblico di arma comune da sparo circostanze aggravate dalla metodologia mafiosa.

Tra gli arrestati figurano la figlia di un boss ergastolano, all’epoca dei fatti rappresentante di lista, una candidata legata da vincoli di parentela al clan De Micco, suo fratello, consigliere in una municipalità di Napoli, e anche loro padre.

Dalle indagini sarebbe emerso che, dopo aver comprato i voti per essere eletti e aver scoperto che la tornata elettorale è andata male, avrebbero fatto i “moralisti” e contestato agli elettori di avere promesso il consenso e intascato denaro da più di un candidato.

Alcuni indagati che avrebbero impegnato qualche migliaio di euro per accaparrarsi i voti. Si sarebbero poi lamentati del fatto che ciononostante per loro era andata male: «Se li sono comprati i voti… hanno i soldi e comprano…».

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