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venerdì 18 Ottobre 2024
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A Foggia è caccia all’assassino della mite tabaccaia: indagini serrate nella città “lastricata di lacrime e sangue”

Restano le angosce e gli sgomenti, come le domande di un delitto che la procura di Foggia, insieme ai carabinieri, stanno cercando di collocare nella giusta cornice, non escludendo alcuna ipotesi di reato. Tanto era riservata Francesca, detta Franca, Marasco, tanto è rumoroso il clamore della sua morte, avvenuta in una tarda mattinata di una giornata assolata, in via marchese De Rosa, strada molto frequentata ma priva di ogni sistema di controllo che avrebbe potuto aiutare gli inquirenti a ricostruire la dinamica degli eventi, ma soprattutto provare a identificare l’autore, o gli autori, dell’omicidio della 72enne titolare della tabaccheria. Unico aiuto potrebbe arrivare dai filmati del sistema di sorveglianza privato di una fioraia poco distante dal luogo della tragedia.

Intanto, è proseguito il via vai davanti alla saracinesca della tabaccheria. Fiori e messaggi che vengono depositati da cittadini, alcuni conoscenti della donna uccisa, altri per un gesto di pietas e di vicinanza ai familiari della 72enne, colpita a morte probabilmente da 4 coltellate, una delle quali, probabilmente mortale, alla gola, ma si attende l’esito dell’esame autoptico per chiarire il rebus, come gli esami sul coltello – repertato dalla Scientifica – rinvenuto in strada a poca distanza dalla tabaccheria.

«Foggia lastricata di sangue e lacrime», si legge su un cartello affisso al fianco della saracinesca abbassata. E ancora «Quante vittime innocenti dobbiamo ancora contare?» A terra una muraglia di petali variopinti. Fiori a omaggiare «una brava persona che non meritava di morire così», dice Giuseppina, arrivata sul posto con la figlia 15enne. «Non conoscevo la signora ma sono qui per testimoniare la mia vicinanza ai suoi familiari e partecipare al dolore dei foggiani onesti e lavoratori», afferma Tiziana, che ha appena finito il turno di lavoro. «Questa è una città perduta, non si può più vivere in questo modo e non riesco a vedere una soluzione al problema», sentenzia Antonio, cittadino di una Foggia “lacrime e sangue”.

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