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sabato 5 Ottobre 2024
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Brindisi, sei aziende pronte a investire sul territorio: ottimismo per la soluzione delle vertenze

Sei aziende pronte ad investire sul territorio. La cosiddetta “vertenza Brindisi” smetterà, dunque, di considerarsi tale grazie ad un accordo di programma per la città adriatica? Probabilmente sì. Almeno secondo quanto emerso dal tavolo svoltosi presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, presieduto dal ministro Adolfo Urso, a cui hanno partecipato i rappresentanti di Provincia, Regione, il presidente della task force Leo Caroli, il presidente dell’Autorità portuale Ugo Patroni Griffi, il sindaco Giuseppe Marchionna, i sindacati e i dirigenti di Enel.

La vertenza Brindisi

Negli ultimi tempi una vera e propria tempesta industriale si è abbattuta su Brindisi e il processo di decarbonizzazione previsto per 2025, poi, sta contribuendo a intensificare e accelerare tale fenomeno. Pertanto, vi è in atto una grossa crisi occupazionale, con migliaia di posti di lavoro a rischio, causata dalla chiusura della centrale Enel di Cerano e delle aziende nei settori della farmaceutica, della chimica e dell’aerospazio. Al netto di tutto ciò, il ministro avrebbe dato il via libera per definire un accordo di programma, specifico per Brindisi, in quanto il futuro industriale non può prescindere dal colosso Enel. Ci sarebbero ben sei aziende interessate ad investire sul territorio: Act Balde, Grimaldi, Scandiuzzi, Fincosit, Renantis e Green Tesis. Dunque, un accordo di programma che abbraccerebbe tanti settori in crisi. Per Marchionna, è fondamentale l’apporto fornito dal Cetma, che sostiene le piccole e medie imprese nella riconversione digitale e sostenibile.

Le dichiarazioni

Dunque, una serie di ipotesi, impegni ed opportunità per Brindisi. «È stato compiuto un passo importante con la riunione del comitato per la riconversione delle aree della centrale di Cerano – ha dichiarato l’onorevole di Forza Italia, Mauro D’Attis, promotore del comitato, frutto dell’iniziativa normativa – iniziano a emergere una serie di iniziative industriali che possono dare slancio decisivo a Brindisi come a Civitavecchia. L’obiettivo è strategico: giungere ad un accordo di programma che punti contemporaneamente alla decarbonizzazione ed al rilancio del tessuto economico produttivo del territorio, favorendo l’insediamento di nuove realtà industriali. A cominciare dal governo, occorre che tutti gli attori istituzionali mantengano alto il confronto. Mi riferisco alla collaborazione tra Comune e Provincia, Regione, Camera di Commercio, Autorità portuale, Asi e tutti rappresentanti delle associazioni datoriali e i sindacati».

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