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Cemento e le mani della mafia: Puglia seconda in Italia per ecoreati. I numeri del rapporto “Mare mostrum”

Cemento illegale, inquinamento e maladepurazione, pesca di frodo. Su questi 4 pilastri si poggia la situazione, allarmante delle coste italiane, come evidenziato dall’ultimo rapporto “Mare Monstrum” di Legambiente. E, in particolare, di quelle regioni ad alta concentrazione mafiosa. Parliamo di Campania, ma anche di Puglia, che si piazza tristemente al secondo posto della classifica (dopo la Campania appunto) per numero di reati: 2.492, dopo i 3.345 campani e prima dei 2.184 siciliani, dei 1.741 del Lazio e, infine, i 1.490 della Calabria.

La classifica regionale dei reati nel ciclo del cemento vede al primo posto sempre la Campania, con 1.727 illeciti penali, pari al 16,7% del totale nazionale. Al secondo posto si colloca la Puglia, con 1.282 reati (12,4%) e al terzo la Sicilia, con 1.047 reati (10,1%). Seguono la Toscana, con l’8,8%, la Calabria, con l’8,4%, e il Lazio, con il 7,1%. Prima regione del nord è il Veneto, con 669 reati (6,5% del totale nazionale).

Sconcerta la valutazione finale che vede nelle quattro regioni (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) a il 38% dei controlli, il 47,7% dei reati, il 63,5% dei sequestri penali e quasi la metà del numero totale di persone arrestate o denunciate. Numeri che confermano la forte incidenza della filiera del cemento illegale in territori fortemente condizionati dalla presenza dei clan.

Puglia sempre al secondo posto (dopo la Campania) sul podio negativo dei reati che provocano danni all’ambiente. E ci arriva dalla quarta posizione: 559 quelli accertati lo scorso anno dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, pari all’11,8% del totale nazionale, comunque in flessione rispetto ai 753 del 2021. Sono state 483 le persone arrestate o denunciate, 170 i sequestro effettuati dalle forze dell’ordine. La Puglia compare anche assieme ad altre 16 regioni per il mancato rispetto delle norme finalizzate ad un’adeguata depurazione delle acque reflue.

Sempre nel 2022 sono state oltre 400 le tonnellate complessive di prodotti ittici sequestrate, quasi 1.097 chili al giorno: la Sicilia primeggia, con oltre 129 tonnellate, mentre le prime cinque regioni (Sicilia, Puglia, Liguria, Veneto e Toscana) coprono oltre il 76,3% dei sequestri effettuati lo scorso anno. La Puglia, sempre al secondo posto, con oltre 84 tonnellate.

Analizzando tutti gli illeciti, sia penali che amministrativi, la Sicilia guida la classifica con 2.306 infrazioni, seguita da Puglia (1.809), Liguria (1.331 reati) e Toscana (1.151).

Nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Sicilia, Puglia, Campania e Calabria) è stato accertato il 45,3% degli illeciti complessivi. Analizzando solo gli illeciti penali, la Sicilia guida questa classifica con 660 reati, seguita sempre dalla Puglia (con 517), Liguria (448), Lazio (322), Campania (306) e al sesto posto la Toscana, con 280 reati.

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