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Comune a rischio per le spese del Codice rosso: il sindaco di Carlantino incontra la ministra Roccella

Il sindaco di Carlantino, Graziano Coscia, insieme a Lucia Fiscante, responsabile del settore economico-finanziario, alla ministra Roccella e al l'onorevole La Salandra

È durato circa un’ora l’incontro tra la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, e il sindaco di Carlantino, Graziano Coscia, convocato dalla stessa ministra a Roma a seguito della denuncia lanciata dal primo cittadino sul rischio di fallimento dell’Ente a causa delle spese da sostenere per il sostegno a una donna e ai suoi figli, protetti dal cosiddetto Codice rosso a seguito di episodi di violenza in famiglia.

«È stato un incontro importante, anche se interlocutorio, poiché per la prima volta qualcuno ci ha dato udienza per ascoltare le nostre giuste istanze e provare ad avviare verso una soluzione una problematica davvero vitale per la stessa sopravvivenza del Comune di Carlantino», afferma Coscia.

La ministra Roccella ha raccolto le istanze del sindaco Coscia e si è impegnata ad attivarsi, per quanto attiene alle prerogative del proprio ministero, affinché il problema possa essere risolto. Alla riunione erano presenti Giandonato La Salandra, deputato di Fratelli d’Italia, e Lucia Fiscante, responsabile del settore economico-finanziario del Comune di Carlantino.

Nei giorni scorsi, Coscia aveva scritto anche al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e al Prefetto di Foggia, Maurizio Valiante.

Una donna e i suoi quattro figli da proteggere e le spese per il Codice rosso

La vicenda, venuta alla ribalta delle cronache nazionali, è legata all’applicazione della legge del Codice rosso a una famiglia di Carlantino. Più di un anno fa, infatti, una donna con i suoi quattro figli è stata condotta in una casa rifugio di Cerignola, a seguito della denuncia fatta dalla stessa cittadina contro le minacce telefoniche ricevute dal coniuge.

Quella denuncia ha attivato le procedure e le azioni previste dal Codice rosso. Il problema è che il costo dell’alloggio presso la casa rifugio è a totale carico del Comune di Carlantino: si tratta, in particolare, di 375 euro al giorno, ben 11.250 euro al mese. A oggi, l’ente carlantinese è debitore di quasi 200mila euro nei confronti della casa rifugio. Una cifra enorme e insostenibile per un Comune che si trova in una situazione finanziaria alquanto precaria, oltre a essere entrato in un piano di riequilibrio finanziario stabilito dalla Corte dei conti.

«È evidente che il Comune di Carlantino non può in alcun modo sostenere tali spese, poiché il bilancio comunale è davvero risicato. Il rischio è quello di essere costretti a tagliare i pochi servizi che l’ente è ancora in grado di offrire ai cittadini come la mensa, il trasporto scolastico o la pubblica illuminazione», sottolinea il sindaco Coscia: «Siamo costretti a sborsare 135mila euro all’anno – aggiunge -. Una cifra di cui, ovviamente, non disponiamo, per una situazione rispetto alla quale abbiamo proposto una soluzione alternativa e di buon senso».

Il primo cittadino esprime l’auspicio che «l’incontro a Roma e l’impegno della ministra Roccella portino a risolvere nel migliore dei modi questa vicenda, garantendo la famiglia ed evitando al nostro Comune conseguenze economiche disastrose».

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