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venerdì 20 Settembre 2024
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Dipendenze patologiche, le comunità: «Ok il ripensamento sui tetti di spesa ma in Puglia è emergenza»

A seguito del ricorso al Tar presentato da un “cartello” di comunità terapeutiche pugliesi contro la delibera regionale sui tetti di spesa stabiliti per il 2024, l’Assessorato regionale alla Sanità, come comunicato dallo stesso Rocco Palese, sta effettuando “approfondimenti in relazione al fabbisogno di prestazioni per dipendenze patologiche”.

Le comunità terapeutiche promotrici del ricorso, pur accogliendo positivamente l’iniziativa dell’Assessorato – che, si legge in una nota, «leggono come un’ammissione di fatto di alcune “leggerezze” commesse in sede di redazione della delibera regionale» – non nascondono la «fortissima preoccupazione per la situazione in cui versa attualmente il settore».

Le comunità chiedono quindi la convocazione, da parte del direttore del Dipartimento Salute Vito Montanaro, del tavolo tecnico «più volte promesso (da ultimo anche dall’assessore Palese)» con l’obiettivo di sviluppare il confronto sulle problematiche alla base della vertenza e del ricorso al Tar.

«Non c’è più tempo da perdere – scrivono le comunità terapeutiche in una nota -: quella dell’assistenza alle persone affette da dipendenze patologiche rischia ormai in queste ore di diventare un’emergenza diffusa. Le norme e le procedure regionali contestate dalla categoria e che lo stesso Tar potrebbe a breve censurare, al momento continuano a essere in vigore e privano tanti Pugliesi bisognosi di cure del loro diritto alla salute».

Il blocco «pressoché totale» degli ingressi degli aventi diritto nelle strutture terapeutiche, «oltre a produrre sofferenze inutili a cittadini di per sé già provati dalla patologia e a mettere in ginocchio le strutture (molte delle quali alla soglia del collasso economico), mina alle fondamenta la serenità dei territori e rischia di creare seri problemi di ordine pubblico», denunciano le comunità terapeutiche che lanciano l’allarme: «Senza un intervento in grado di ripristinare in tempi brevi un corretto funzionamento del sistema si rischia di produrre danni irreversibili agli utenti e di mandare in fumo centinaia di posti di lavoro».

L’udienza davanti al Tar è prevista per il 4 giugno prossimo.

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