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venerdì 27 Settembre 2024
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Edilizia scolastica, metà delle strutture è senza agibilità. E gli istituti ritardano l’apertura per finire i lavori

A Bisceglie all’istituto tecnico commerciale “Dell’Olio”, non sono ancora iniziate le lezioni perché ci sono dei lavori in corso. È l’esempio più eclatante in Puglia dei disagi di questi primi giorni di scuola. Un problema quello dell’edilizia scolastica che il Paese si trascina da decenni e che ha difficoltà a risolvere alla radice, con un divario tra Nord e Sud nei servizi e nella sicurezza degli istituti che stenta a ridursi. Nell’ultimo anno si sono registrati sessantuno crolli nelle scuole e nelle sedi universitarie italiani. Su 2.458 istituti soltanto 953 sono in possesso dell’agibilità. Il caso della scuola del comune Bat, che aprirà agli studenti solo mercoledì prossimo, è emblematico: anche quando le risorse ci sono gli enti locali, le Province in particolare, non sempre riescono a conciliare i lavori con le esigenze scolastiche. Le attività in corso vanno dalla ristrutturazione alle operazioni di pulizia. «Di fatto, stante la chiusura di tutte le scuole biscegliesi il 15 settembre per la festa della Madonna Addolorata, si tratta di soli quattro giorni di ritardo, le cui ragioni sono precisate nell’ordinanza dirigenziale e non paiono francamente imputabili alla Provincia Bat. Ci dispiace del sacrificio che chiediamo agli studenti, alle loro famiglie e alla comunità scolastica ma non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di lavori urgenti e necessari (realizzati appositamente durante l’estate per evitare che si perdessero giorni scolastici) per avere una scuola più sicura, efficiente e confortevole tanto che è stata ripavimentata la quasi totalità dell’istituto scolastico», si è giustificato il vicepresidente della Bat Pierpaolo Pedone. Un invito il suo rivolto soprattutto ai genitori degli studenti che giovedì scorso si sono anche riuniti in una manifestazione di protesta davanti ai cancelli dell’istituto.

Le difficoltà finanziarie e i ritardi

Un disagio che rappresenta, però, solo la punta dell’iceberg delle difficoltà dello Stato nel garantire classi idonee e sicure. Quando le scuole sono fortunate e riescono ad avviare i lavori, capita anche che non riescano a concluderle nei tempi necessari. Per correre ai ripari il ministero sta studiando delle opportunità di credito che non impattano sull’equilibrio finanziario degli enti e delle scuole. Il riferimento è soprattutto a quelli realizzati con Mutui Bei – Annualità 2015-2016, per i quali, per vari motivi, non si è riusciti ad ultimare i lavori o a rendicontarli nei termini previsti dal Ministero stesso. La Puglia prova a correre ai ripari rendicontando allo stesso ministero, un mese fa, i 38 gli edifici scolastici regionali che potranno beneficiare del nuovo mutuo per un importo complessivo di circa 7,9 milioni di euro. Si tratta però di una goccia nell’oceano, un tentativo di correre ai ripari. Per rendersene conto basta considerare che, secondo l’ultimo report di Legambiente “Ecosistema Scuola”, solo il 51,5% degli edifici dispone del certificato di agibilità e il 46,7% di collaudo statico, dati che nel caso delle città delle Isole scendono rispettivamente al 29,5% e al 32,4%. Gli edifici con certificato di prevenzione incendi, nonostante gli stanziamenti introdotti negli anni per la messa a norma, sono il 51,4% (il 32% nelle Isole).

La corsa contro il tempo del Governo

L’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha provato negli scorsi mesi a correre ai riparti finanziando fino a un miliardo di euro gli interventi. Un piano frutto tutto della spending review all’interno del ministero dell’Istruzione e del Merito che ha interessato anche ventotto istituti pugliesi con interventi di adeguamento alle norme antisismiche e di efficentamento energetico per un totale di 71 milioni di euro investiti. Un intervento che ha raddoppiato quello di soli tre mesi precedenti e che ha riguardato lavori in ulteriori ventiquattro scuole, portando la cifra messa in campo dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, nella sola Puglia, a 150 milioni di euro.

I divari territoriali

Nonostante molti problemi siano comuni in tutto il Paese, anche nell’edilizia scolastica emerge il divario tra Nord e Sud. “Se è vero che quasi il 60% degli edifici ha beneficiato di interventi di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni dato in costante incremento rispetto al passato – si apprende sempre dal report di Legambiente – è anche vero che le amministrazioni del Sud dichiarano che quasi il 37% delle scuole necessita di interventi urgenti, mentre quelle delle Isole hanno urgenza di intervenire su oltre la metà degli edifici e al Nord nel 23% dei casi”.

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