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lunedì 14 Ottobre 2024
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Ex Ilva, imprenditori e sindacati insieme in corteo intorno allo stabilimento: «Data storica per Taranto»

Per la prima volta a Taranto, dinnanzi alla portineria C dell’ex Ilva, si radunano oggi i sindacati di categoria che hanno indetto l’iniziativa e le associazioni datoriali Aigi, Confapi e Casartigiani e le imprese, in segno di protesta. Il corteo si snoderà attorno al perimetro dello stabilimento e potrebbe creare difficoltà alla viabilità in entrata e in uscita dalla città.

Gli uni accanto agli altri per scongiurare la paventata amministrazione straordinaria dell’ex Ilva, la seconda in meno di dieci anni che andrebbe a travolgere il settore degli autotrasportatori che per l’ottanta per cento fanno capo a Aigi. Aziende che si stanno ancora leccando le ferite dal 2015 e che adesso attendono il saldo delle fatture emesse entro il 31 dicembre 2023.

Qualcuno ha avuto un piccolo anticipo ma il grosso della cifra, 120 milioni di euro, deve ancora essere saldato.

La manifestazione, che avrà inizio alle sette di stamattina, ha l’obiettivo di scongiurare la chiusura dello stabilimento e di sollecitare il Governo a tutelare tutti i lavoratori, diretti e indiretti. Fiom-cgil, Fim-cisl, Uilm e Usb unitariamente hanno più volte chiesto l’estromissione di Arcelor Mittal che negli anni di permanenza a Taranto ha già ampiamente dimostrato di non voler investire né per il rilancio della produzione né per avviare il processo di transizione ecologica.

«La chiusura dello stabilimento – secondo i sindacati di categoria – significherebbe per la multinazionale eliminare un competitor importante e produrre un vero e proprio disastro sociale e ambientale».

«Quella di oggi – a dire dei sindacati – è per l’intera città una data storica perché per la prima volta a manifestare per le stesse rivendicazioni sono imprenditori e organizzazioni sindacali».

Alla manifestazione annunciata anche la presenza di alcuni rappresentanti del partito democratico che assicurano «non possiamo che essere accanto a quanti stanno manifestando per scongiurare lo spegnimento della fabbrica – dicono dalla federazione provinciale e dall’unione comunale di Taranto del partito – sosteniamo chi sta lottando per ottenere il riconoscimento del diritto a lavorare e a operare in condizioni di stabilità. Ciò che sta accadendo ha il sapore della beffa, ai problemi ambientali che non sembra trovino la strada giusta si aggiunge l’attività dello stabilimento che piano piano si va esaurendo».

Fabio Greco presidente di Aigi che rappresenta cento aziende e quattromila lavoratori dell’indotto dopo estenuanti manifestazioni di protesta attuate nei giorni scorsi aveva puntualizzato «dopo i 150 milioni persi nel 2015 a seguito dell’amministrazione straordinaria oggi siamo oltremodo preoccupati e in grandi difficoltà economiche. Molte aziende che vantano crediti se dovessero perderli non riuscirebbero a sopravvivere. Oggi a questa manifestazione vediamo uniti imprenditori e operai, tutte le sigle sindacali e le imprese dell’indotto per difendere la produzione ecocompatibile dell’acciaio prodotto in una fabbrica il cui futuro è ormai fortemente a rischio».

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