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venerdì 20 Settembre 2024
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Farmaco contro la bronchiolite, i deputati Pd pugliesi: «Bimbi del sud penalizzati». E il Ministero ci ripensa

«Per quanto si cerchi di negare, in Italia continuano ad esistere una sanità di serie A e una di serie B, cittadini di serie A e cittadini di serie B e il Ministero della Salute lo ha dimostrato per l’ennesima volta». È quanto affermano i deputati pugliesi del Partito democratico Ubaldo Pagano, Marco Lacarra e Claudio Stefanazzi in riferimento alla lettera del direttore generale del Ministero della Salute, Americo Cicchetti, che “impediva” la somministrazione gratuita di un innovativo anticorpo monoclonale contro la bronchiolite causata dal virus respiratorio sinciziale (Vrs).

Per i deputati dem «un bambino pugliese o calabrese o abruzzese dovrà stare più attento di uno veneto ad evitare bronchioliti e polmoniti perché non avrà la possibilità di assumere gratuitamente un farmaco molto efficace».

Nella prima nota alle regioni del 18 settembre, firmata da Cicchetti e trasmessa alle Regioni, si rilevava che «risulta, a livello nazionale, che più Regioni abbiano previsto, autonomamente, la somministrazione monodose dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab» contro la bronchiolite nei neonati «senza oneri per i pazienti. Appare quindi necessario, alla luce di quanto sopra rappresentato fornire i seguenti chiarimenti: le Regioni in piano di rientro dal disavanzo sanitario (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia), non possono, ad oggi, garantire la somministrazione dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab, in quanto, come già rappresentato, trattasi di prestazione “extra Lea”».

La Regione Puglia però ha approvato una legge, non impugnata dal governo, che ne autorizza la somministrazione gratuita.

Successivamente è giunta la precisazione del ministero della Salute che ha avviato contatti con l’Aifa al fine di rendere disponibile in tutte le Regioni, a carico del Servizio sanitario nazionale e dunque senza oneri per i cittadini, l’anticorpo monoclonale Nirsevimab contro il virus respiratorio sinciziale nei bambini, che può evolvere in casi di bronchiolite anche gravi. La precisazione arriva dallo stesso ministero.

In una nuova circolare alle Regioni in data odierna, a firma direttore generale della ex direzione della Programmazione sanitaria, Americo Cicchetti, si chiarisce infatti che «in considerazione dei possibili profili di iniquità territoriale nell’accesso alle terapie basate sull’anticorpo monoclonale Nirsevimab-Beyfortus, utilizzato per la cura delle infezioni di virus respiratorio sinciziale (Vrs) in età pediatrica, derivabili dall’applicazione della nota del 18/09/2024, il ministero ha già avviato le opportune interlocuzioni con l’Agenzia Italiana del Farmaco e la Direzione Generale della Prevenzione dello scrivente Ministero, al fine di garantire un equo e tempestivo accesso per i pazienti a tutte le terapie approvate che mostrano adeguati profili di appropriatezza, sicurezza ed efficacia su tutto il territorio nazionale».

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