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Foggia, una città che non ama il verde. Marrese (Wwf): «Più alberi contro le alte temperature»

La termocamera utilizzata dal presidente del Wwf di Foggia per verificare il soleggiamento dei Campi Diomedei


«L’opera d’arte più bella è l’albero. I più grandi “artisti” del 2024 sono i botanici, i forestali, i naturalisti, gli arboricoltori, i giardinieri e anche gli architetti». Lo sostiene il naturalista Maurizio Marrese usando i Campi Diomedei come metafora di Foggia, città con un “sistema del verde” inconsistente, concepito male e tenuto anche peggio e in ogni caso insufficiente ad apportare i benefici all’area urbana.

Il parere

La più recente voce di Maurizio Marrese, presidente del Wwf Foggia, che ha preso proprio a esempio i Campi Diomedei che appare oggi un “mezzo fiasco”, soprattutto rispetto alle aspettative verso quello che dovrebbe essere uno dei più grandi parchi urbani del Mezzogiorno. Le note che Marrese ha pubblicato sul suo profilo Facebook non sono lamentele qualunquiste, ma appunti circostanziati e supportati da rilevazioni scientifiche. Il presidente del Wwf foggiano ha pubblicato nella bacheca virtuale le foto di alcune aree dell’ex ippodromo ricavate con una termocamera intorno alle 11 del mattino di sabato scorso.

Lo studio

Commenta Marfrese «è la desolazione più totale. Le persone non frequentano il parco a causa della mancanza di alberi. Quelli presenti creano un’ombra limitata ma utile a mitigare le alte temperature. I prati fanno ovviamente qualcosa ma nulla in confronto agli alberi (fra l’altro il prato è quasi secco)».

Si nota come le temperature aumentino dalle limitate zone d’ombra procurate dai radi alberi, alle aree erbose e ai sentieri in mattoni e terra stabilizzata, con le zone di prato più floride che, ovviamente, crescono in prossimità degli irrigatori e nei pressi dei tronchi.

«Questo significa che per mitigare le alte temperature e combattere i cambiamenti climatici servono alberi e prati, e per non farli seccare bisogna usare specie autoctone ben adattate alle nostre condizioni ambientali e soprattutto bisogna evitare il “cemento” almeno nei parchi urbani». Ricette che apparirebbero evidenti anche agli occhi dei profani, ma che stranamente vengono ignorate quando si realizza un’opera pubblica importante come i Campi Diomedei. Una situazione analoga a quella degli altri giardini pubblici come in tante strade soleggiate di Foggia.

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