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venerdì 18 Ottobre 2024
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Giochi del Mediterraneo, sos opere. Dal governo manca l’ok ai decreti

La spada di Damocle che pende sulle grandi opere previste per i Giochi del Mediterraneo 2026 a Taranto si chiama tempo. A due anni dall’evento sportivo che dovrebbe vedere la partecipazione di circa 4mila atleti di ventisei diverse nazioni, il destino della manifestazione è appeso ai decreti attuativi non ancora emanati dal governo, senza i quali però non possono essere bandite le gare di progettazione per le infrastrutture.

I ritardi

Secondo il cronoprogramma fissato dal commissario straordinario Massimo Ferrarese, le procedure sarebbero dovute essere avviate ad agosto, per poi andare in aggiudicazione ad ottobre, con la conseguente apertura dei cantieri a dicembre e la loro chiusura in tempo per l’estate. Se i decreti dovessero essere pronti nei prossimi giorni, entro il 30 luglio, resterebbero solo 18 mesi a disposizione per il rifacimento dello stadio Iacovone, delle piscine olimpiche nell’area di Torre d’Ayala, del Centro Nautico alla Stazione Torpediniere, per la riqualificazione del Pala Ricciardi, oltre che per i lavori di riqualificazione dello stadio di Lecce. Se questo non dovesse accadere, invece, appare difficile immaginare uno scenario in cui i Giochi nel 2026 si presenteranno come erano stati immaginati.

L’attesa

Il commissario Ferrarese attende al più presto l’ok ai decreti da parte dei ministri Abodi (Sport), Fitto (Sud) e Giorgetti (Finanze) – che dovranno in via preliminare stipulare l’intesa con la Regione guidata da Michele Emiliano – per scongiurare il peggio, altrimenti avrà le mani legate. L’ allarmante ritardo del governo, che potrebbe compromettere la realizzazione delle maxi opere del secondo masterplan, è sottolineato anche in una delibera che il Collegio del controllo concomitante della Corte dei conti ha adottato nell’adunanza in composizione integrata con la sezione regionale per la Puglia.

Il quadro

La magistratura contabile ha individuato un quadro complessivo di avanzamento degli interventi legati ai Giochi del Mediterraneo, evidenziando alcune criticità, ma anche segnali di miglioramento nell’ultimo periodo. L’analisi dei giudici si è incentrata soprattutto sulla tardiva approvazione del cronoprogramma – appunto- delle opere infrastrutturali, sul rilevato aumento da 150 a 167,675 milioni di euro dei costi previsti, sulla necessità di alcune modifiche progettuali e sulla loro eventuale incidenza rispetto alle tempistiche, già molto strette, fissate. Un faro è stato accesso anche sulla determinazione dei corrispettivi per le società a controllo pubblico di cui si vale la struttura commissariale e sulla destinazione dei beni strumentali a fine edizione dei Giochi.

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