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domenica 6 Ottobre 2024
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I redditi dei senatori: indagini e processi fanno ricco Sisto. Naturale casalinga da 100mila euro

A dare un’occhiata ai numeri, il “club” dei senatori pugliesi e lucani sembra l’Eldorado. Non a caso in questa ristretta cerchia si trovano i due più ricchi parlamentari provenienti dal Tacco d’Italia. Di chi si tratta? Innanzitutto di Francesco Paolo Sisto, esponente di spicco di Forza Italia e viceministro della Giustizia, che nel 2022 ha dichiarato un reddito complessivo di oltre 363mila euro. Leggermente più staccato Ignazio Zullo, senatore di Fratelli d’Italia, fermo a “soli” 320mila euro. Terzo gradino del podio per Mario Turco, numero due del Movimento Cinque Stelle, per il quale la dichiarazione dei redditi presentata nel 2022 (l’ultima disponibile, nel suo caso) parla di circa 143mila euro.

Di Sisto c’è poco da meravigliarsi. Barese doc, il viceministro è uno degli avvocati più noti in Italia, titolare di un prestigioso studio fondato dal padre Eustachio al quale è persino intitolata un’aula nel primo palazzo di giustizia in piazza De Nicola. Tra i suoi clienti spiccano il fondatore di Forza Italia ed ex premier Silvio Berlusconi, difeso nel processo Escort, ma anche il ministro Raffaele Fitto, assistito nel processo La Fiorita, e il ginecologo Giovanni Miniello, attualmente a giudizio per presunte violenze sessuali ai danni di alcune pazienti. Per quanto riguarda Zullo, invece, c’è da dire che il senatore originario di Cassano delle Murge non ha mai sospeso l’attività di medico del lavoro, continuando a fare la spola tra la Puglia e Roma.

Oltre Sisto e Zullo, possono vantare un reddito complessivo da capogiro anche il commercialista Gianni Rosa (Fratelli d’Italia), che nel 2022 ha guadagnato quasi 113mila euro, l’assicuratore Roberto Marti (Lega), che ha messo insieme la bellezza di circa 103mila euro, e Filippo Melchiorre (Fratelli d’Italia), funzionario pubblico che nel 2022 ha racimolato poco più di 102mila euro.

Chi crede che i “ricconi” si accomodino soltanto nella parte destra dell’aula di Palazzo Madama, però, si sbaglia. Dopo Melchiorre, infatti, nella classifica dei “senatori paperoni” spiccano due pentastellati come la foggiana Gisella Naturale, casalinga capace di totalizzare un reddito di oltre 101mila euro, e Antonio Trevisi, esperto di energia ed ex braccio destro del sottosegretario Riccardo Fraccaro ai tempi del governo Conte, i cui incassi annuali sfiorano i 99mila euro. E poi c’è Francesco Boccia, ex ministro e attuale capogruppo del Partito democratico in Senato, fermo a poco più di 99mila euro di reddito complessivo. A completare la truppa dei senatori pugliesi e lucani ci sono Dario Damiani (Forza Italia) con 99mila euro, Anna Maria Fallucchi e Vita Maria Nocco (Fratelli d’Italia), rispettivamente con circa 64mila e 48mila euro.

Nell’elenco figurano anche esponenti politici di primo piano che, pur non essendo nativi di Puglia o Basilicata, risultano eletti in una delle due regioni. Primi fra tutti i ministri Elisabetta Casellati (Forza Italia) e Matteo Salvini (Lega), che fanno segnare un reddito complessivo rispettivamente di 255mila e 99mila euro. Nell’elenco si trovano anche Giovanbattista Fazzolari (Fratelli d’Italia), sottosegretario alla presidenza del Consiglio che nel 2022 ha dichiarato al Fisco 105mila euro, e la senatrice dem Valeria Valente, napoletana ma eletta in Puglia, il cui reddito complessivo supera i 131mila euro.

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