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venerdì 20 Settembre 2024
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Il giallo sulla morte di Patrizia Nettis, iPhone bloccato: inaccessibili le chat su WhatsApp

Sono ore decisive per la soluzione del giallo sulla morte di Patrizia Nettis, la giornalista 41enne trovata senza vita nella sua abitazione di Fasano lo scorso 29 giugno. Oggi l’avvocato della famiglia, che ha presentato tre istanze di riesumazione della salma ai fini dell’esame autoptico, preleverà dalla Procura di Brindisi, su supporto informatico, copia dei contenuti dell’Apple Watch della donna e del telefono dell’unico indagato. Questa è la buona notizia, se così si può definire lo sviluppo di un caso di cronaca nera complesso come quello che si è consumato quest’estate in territorio fasanese.

C’è, però, una notizia cattiva. L’ iPhone 14 della Nettis, quasi certamente, non è ripristinabile. La perizia di quindici pagine, descrittiva delle operazioni che sono state eseguite sui dispositivi e depositata in Procura il 2 novembre con gli allegati informatici, dice, in sostanza, che il cellulare è bloccato per i troppi tentativi andati a vuoto. Sono, quindi, ancora inaccessibili i contenuti delle chat di WhatsApp, su cui si faceva affidamento per ricostruire con precisione la natura degli ultimi contatti della giornalista prima di morire. Resta la speranza di riuscire ad accedere ai messaggi tramite iCloud. Al momento, le uniche chat disponibili sono quelle fornite spontaneamente da chi aveva avuto contatti con Patrizia, oltre a quella contenuta nel telefono sequestrato all’indagato.

È stata un’ennesima doccia fredda per amici e parenti scoprire, il primo novembre, che l’account della donna era stato cancellato da WhatsApp, essendo trascorsi 120 giorni dall’ultimo accesso. Per il servizio di messaggistica, Patrizia Nettis non esiste più. Bisogna, ora, capire se il pregresso (le vecchie chat) era stato scaricato su iCloud o se è possibile accedervi tramite computer. A dirlo sarà la relazione tecnica sul Mac Air di Sergio Civino, il perito nominato dai pm di Brindisi, Marino e De Nozza. Anche l’accesso al computer è stato particolarmente difficoltoso a causa delle altissime barriere di sicurezza di cui la multinazionale statunitense dota i suoi dispositivi. È stata la Apple, nelle scorse settimane, a fornire, su richiesta della procura, un link di sblocco.

Per il legale della famiglia, Giuseppe Castellaneta, questa seconda relazione dovrebbe arrivare entro la prossima settimana. «All’esito dell’analisi di tutti i dati scaricati dai device sottoposti a sequestro, valuteremo la possibilità di presentare ancora una volta l’istanza di riesumazione ed esame autoptico – preannuncia l’avvocato – La perizia sul computer potrebbe aggiungere tasselli importanti, che potrebbero consigliarci, ancora una volta, di ricorrere a questo mezzo istruttorio fondamentale».

La prima istanza di riesumazione era stata presentata a inizio agosto, subito dopo aver appreso che uno dei due uomini, che erano con la Nettis la sera del 28 giugno, era stato iscritto nel registro degli indagati. Secondo il pm Pierpaolo Montinaro, il magistrato di turno il 29 giugno, la giornalista, addetto stampa del Comune di Fasano, si tolse la vita volontariamente. La famiglia non ha mai condiviso questa lettura dei fatti e chiede che sia fatta luce attraverso l’autopsia.

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