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sabato 27 Luglio 2024
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Incidenti sul lavoro, in Puglia 78 vittime nel 2023. Bucci: «Dopo Firenze emergenza ancora più grave»

Nel 2023, in Puglia, 78 persone sono morte a seguito di infortuni sul lavoro. In 16 casi il decesso è avvenuto “in itinere“, cioè mentre la vittima si recava sul posto di lavoro. I settori maggiormente colpiti, con 61 infortuni mortali, sono quelli dell’industria e dei servizi, seguiti dall’agricoltura (16 vittime) e il settore pubblico (un morto).

La provincia più colpita è quella di Bari con 34 vittime. Seguono Foggia (15 morti), Lecce (13), Brindisi (8), Taranto e Bat (4 per entrambe). In tre casi si trattava di lavoratrici. Quanto alle fasce d’età, il maggior numero di incidenti mortali – 48 su 78 – si sono verificati nella fascia 50-64 anni. Quattro casi nella fascia 20-24 anni, in due casi le vittime avevano oltre 75 anni. Non meno grave il report Inail del 2023 relativi agli infortuni: 27.580 le denunce, una media di 75 denunce al giorno.

Sono i dati diffusi dalla Cgil Puglia nell’annunciare l’adesione allo sciopero di due ore, a fine turno, indetto per domani dalle categorie nazionali degli edili e dei metalmeccanici di Cgil e Uil a seguito del crollo di Firenze, in cui hanno perso la vita 4 operai e un quinto risulta ancora disperso.

La tragedia di Firenze, spiega la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci, «è solo l’ultima di una lunga, drammatica e inaccettabile scia di sangue che macchia la nostra democrazia fondata sul lavoro, un lavoro per vivere e farlo dignitosamente, non certo per rischiare la vita ogni giorno».

Il tema della sicurezza sul lavoro, aggiunge Gigia Bucci, «è una vera e propria emergenza nel nostro Paese, al centro delle nostre mobilitazioni e che purtroppo interessa ogni settore produttivo. È la ragione per cui ogni categoria assieme alle Camere del Lavoro nel territorio pugliese ha previsto iniziative in concomitanza con lo sciopero proclamato da Fiom e Fillea per la Cgil e Uilm e Feneal per la Uil».

Bucci ricorda poi le rivendicazioni dei sindacati che chiedono «interventi che migliorino l’impianto legislativo, a partire dal sistema dei subappalti a cascata, potenziando il sistema dei controlli, anche affrontando il tema del lavoro precario, perché è inaccettabile che i lavoratori sotto il ricatto di un reddito non siano messi nelle condizioni di reclamare il rispetto delle norme, in quelle imprese che considerano la salute e la sicurezza un costo. Serve da parte delle associazioni datoriali un grande lavoro culturale, così come servono investimenti in formazione che interessino anche i conduttori d’azienda». Nelle piattaforme sindacali anche la richiesta «di un sistema di qualificazione delle imprese, che penalizzi quelle dove già sono state accertate violazione delle leggi e infortuni. Ma qui siamo al paradosso di un Governo, quelle delle destre, che propone ispezioni concordate con i consulenti delle imprese, una presa in giro che stride con l’indignazione che segue un evento terribile come quello di Firenze. Se non viene accolto l’allarme pressoché generalizzato sul tema sicurezza sul lavoro, se non si rafforzano gli strumenti di prevenzione, regolazione del mercato del lavoro e ispezioni, al sindacato non resta che intensificare i momenti di lotta, a partire dallo sciopero di domani», conclude Bucci.

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