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sabato 19 Ottobre 2024
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Manfredonia, crescono le prestazioni al reparto di cardiologia del San Camillo: un cuore che batte forte

Un cuore che accelera si potrebbe definire il reparto di cardiologia dell’ospedale San Camillo De Lellis a Manfredonia. Si tratta di una cosiddetta struttura semplice dipartimentale in cui operano sei medici, diretti dal primario, Vincenzo Raddato, insieme a un gruppo di infermieri e operatori sociosanitari che assicurano le cure ai pazienti in ricovero e a coloro che si recano presso l’ambulatorio.

Spiega Raddato «Nei primi sei mesi di quest’anno abbiamo moltiplicato la produttività, passando da quasi zero interventi a oltre 50 operazioni di elettrostimolazione e defibrillazione», in pratica si tratta di quelle procedure che permettono l’attivazione del pacemaker, ovvero quel dispositivo in grado di generare impulsi elettrici per far sì che il cuore possa svolgere correttamente il ruolo di pompa del sangue.

«Purtroppo però abbiamo come tutti gli alti reparti sofferenze di organico», sottolinea sempre il direttore della struttura. Infatti, a cardiologia sul Golfo i sei sanitari possono assicurare i turni, ma se qualcuno dovesse ammalarsi o andare in ferie per gli altri scatterebbero i doppi turni, come accaduto, ad esempio nel periodo estivo, quando, tra l’altro l’affluenza aumenta in virtù dell’arrivo dei turisti. Tuttavia, nella struttura sipontina sono fiduciosi, nel breve periodo potrebbero giungere al reparto altri due sanitari e tra gli operatori c’è molta attesa perché i nuovi medici saranno giovani provenienti direttamente dalle scuole di specializzazione e quindi si fa leva sull’entusiasmo che questi innesti potrebbero portare in un reparto che conta ben dodici posti letto di cui due adibiti al day hospital.

Soprattutto, però, l’incremento del personale medico potrebbe favorire le prestazioni ambulatoriali dove, così come altrove, insiste l’annoso problema delle liste d’attesa con visite che in fase di prenotazione slittano di diversi mesi. Mentre per prestazioni più complesse come per gli infartuati, che oggi, dopo le prime cure emergenziali, vengono dirottati al reparto di Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo, si attendo le attrezzature necessarie, visto che «noi siamo pronti», conclude Raddato.

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